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La coltivazione dell'olivo e l'utilizzo dei suoi prodotti, dalle olive da tavola all'olio, è una delle colture non solo più importanti, ma che maggiormente tipizzano i Paesi del Mediterraneo, tanto che la sua coltura ne ha profondamente influenzato la cultura.

La Calabria è la seconda regione d'Italia per produzione ed estensione delle colture, subito dopo la Puglia. La sua particolare conformazione del suo territorio, circondato com'è da circa 800 km di coste, crea un microclima particolarmente favorevole all'olivo, che cresce in ogni angolo della regione. La qualità del prodotto non ha eguali. Inoltre, se ponderiamo il volume di produzione con l'estensione della superficie territoriale o con il numero di abitanti, la Calabria si colloca al primo posto in assoluto per intensità di produzione.

La coltivazione dell'olivo in Calabria ha una origine antica ed è stata ricostruita in un bel volume di Augusto Placanica, "Storia dell'olio d'oliva in Calabria" (Ed. Meridiana Libri di Corigliano). Introdotto dai greci nella costa compresa tra Locri e Sibari, non solo si acclimatizza rapidamente, ma diventa subito uno dei massimi produttori dell'epoca. Con l'arrivo dei romani, la coltura viene quasi abbandonata, poichè questi preferiscono il prodotto africano e spagnolo volendo punire i Brettii che si erano dimostrati loro ostili. Sono i monaci basiliani a reintrodurre l'olivo nella regione intorno all'anno mille, e la sua produzione cresce con gradualità. Nella "Istorica Descrizione del Regno di Napoli" di Giuseppe Maria Alfano del 1798, viene attestata la produzione di olio in quasi tutti i paesi della Calabria, segno che la coltura dell'olivo ha ormai una diffusione generalizzata. Nella metà dell'ottocento, assieme alla vite e agli agrumi, la sua coltivazione provocò quella che Manlio Rossi Doria definì una "rivoluzione agraria", che alimentava un cospicuo commercio di esportazione.

Sembra naturale immaginare che un'attività con una tale storia millenaria e una produzione così elevata si traduca in un importante settore dell'economia della Calabria, ma ad un'analisi un po' meno superficiale mostra molti segni di debolezza e non mancano le delusioni.

L'olivicoltura viene praticata nel modo tradizionale, con aziende a conduzione familiare diffusa nelle zone interne che perde qualche "pezzo" ogni anno, e la produzione a carattere industriale di carattere intensivo, praticata da aziende agricole moderne con ampio ricorso alla meccanizzazione delle coltura e della raccolta, nelle zone pianeggianti, come il lametino, la Valle del Crati ed il Marchesato crotonese. Molte sono le varietà regionali coltivate, tra le più diffuse: la roggianella, la grossa di Gerace, l'ottobratica, la sinopolese, la tondina, la grossa di Cassano, la dolce di Rossano; sono state introdotte con buon successo anche varietà provenienti da altre regioni.

La produzione nazionale annua di olio di pressione si aggira sulle 500-600mila tonnellate, con ampie oscillazioni dovute alla normale alternanza produttiva che caratterizza questa coltura. Nella campagna 2003/04, secondo le stime elaborate dall'Ismea, si è avuta una produzione di circa 550mila tonnellate di buon livello qualitativo, in diminuzione del 4,5% rispetto all'anno precedente,con un forte calo al Nord ed una sostanziale tenuta del meridione.

L'olio di oliva è tradizionalmente utilizzato nella stessa area di produzione: i principali paesi produttori sono anche i grandi consumatori, con livelli globali di consumo molto stabili. I paesi mediterranei hanno rappresentato fino a pochi anni fa il 95% della produzione ed il 90% del consumo mondiale. Solo a partire dagli anni più recenti la domanda ha mostrato una eccezionale vivacità di crescita, con aperture di nuovi grandi mercati, come gli Stati Uniti diventato il quarto paese consumatore con aumenti del 7-10% annui, il Giappone dove si registrano incrementi annui ancora superiori (del 20-30%, ma la base di partenza era minuscola) e il Canada.

In particolare, le abitudini alimentari degli italiani si sono evolute nel corso degli anni, e gli oli di oliva rappresentano oggi il 64% del consumo totale di oli alimentari, mentre il restante 36% dei consumi è assorbito dagli oli di semi, che negli anni '50 erano quasi del tutto assenti. Circa due terzi del consumo di oli d'oliva è costituito da oli extra vergini, il 25% da olio d'oliva ed il restante 1% degli acquisti appartiene alla categoria degli oli di sansa. Non vi sono dati sulla struttura regionale dei consumi. In prima approssimazione si può supporre che la composizione dei non sia molto diverso da quello nazionale. Sempre in riferimento al mercato italiano, il 26% dell’olio di oliva viene acquistato allo stato sfuso, mentre il restante 74% è rappresentato da oli di oliva confezionati.

In Calabria è presumibile che la percentuale di olio sfuso è notevolmente più elevata per la capillarità della diffusione delle colture a livello familiare destinata quasi esclusivamente ad autoconsumo. Mancano infatti organismi, che come nel caso delle centrali del latte, raccolgano il prodotto dai coltivatori diretti o dalle piccole imprese familiari, per conferirlo alle associazioni dei produttori che ne curino le successive fasi dall'imbottigliamento alla commercializzazione, per garantire la qualità e fare massa critica sul mercato.

Il commercio italiano di import-export degli oli di oliva ha un andamento oscillante negli anni, a causa del ricordato andamento ciclico della produzione e della sostanziale equivalenza tra la quantità prodotta e consumata. Il saldo della bilancia commerciale assume un segno alternativo: positivo in alcuni anni e negativo in altri.

Secondo il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti l’olio d’oliva rappresenta il 2,8 per cento della produzione mondiale degli oli e grassi vegetali e marini destinati all'alimentazione, che origina flussi di interscambio pari al 3.3% del commercio mondiale distribuiti tra Spagna 30%, Italia 25%, Grecia 17%, Tunisia 9%, Turchia 5%, altri paesi mediterranei 9%, con una media di consumo annuo pro-capite di 11 chili in Spagna, 12 chili in Italia e 20 chili in Grecia.

L'evoluzione della domanda e la scarsità del prodotto mediterraneo negli anni '90, ha stimolato la diversificazione dell'offerta. A partire dagli anni ’90 la geografia mondiale dell’olivicoltura sta rapidamente subendo una profonda metamorfosi, con l'ingresso sul mercato di nuovi produttori quali l'Argentina e l'Australia, dove si registrano gli incrementi più significativi di produzione, e nell'area mediterranea Tunisia, Marocco, Turchia e Siria, con un incremento considerevole di nuove piantagioni e un notevole miglioramento nelle tecniche e pratiche culturali.

I principali esperti del settore sono concordi nel prevedere che l’offerta mondiale di olio d’oliva nel prossimo futuro aumenterà in maniera significativa,diventando eccedentaria rispetto alla domanda mondiale. Vi è tuttavia una forte rivalutazione delle sue caratteristiche nutrizionali e della cucina mediterranea in generale, che stimolano fortemente il consumo, in particolare nei paesi a reddito elevato. Sarà necessario essere più efficienti nella promozione e distribuzione del prodotto, puntando più sulla qualità del prodotto che su un aumento puramente quantitativo.

La Calabria è in forte ritardo in questa direzione: gran parte della sua produzione viene venduta allo stato sfuso, non solo per una vendita diretta nei "trappiti", ma altresì destinate alle industrie olearie nazionali che la trasformano in prodotto imbottigliato con etichetta propria. Persino i prezzi sono discutibili: l'olio comprato direttamente al "trappito" veniva venduto sfuso dai 4 ai 4½ al litro, pari e in qualche caso superiore al prezzo di un prodotto analogo liberamente in vendita nella grande distribuzione.

Gran parte della produzione regionale finisce per essere etichettata genericamente come olio d'oliva o extra-vergine "made in Italy", senza alcun riferimento territoriale, o cambia denominazione ed origine quando arriva negli scaffali dei supermercati. Sarebbe necessaria una vera e propria rivoluzione per creare dei marchi di qualità da imporre sui mercati.

Qualche passo in questa direzione è stato fatto, ma risulta ancora largamente insufficiente. Per una migliore tutela della specificità dell'ulivo e dell'olio calabrese sono necessarie azioni che garantiscano la tracciabilità del prodotto e consentano di rafforzare il potere contrattuale delle aziende calabresi. Si segnalano le azioni già realizzate:

  1. In Italia vi sono 25 oli extra vergini di oliva che possono fregiarsi del riconoscimento comunitario della denominazione di origine protetta, di questi tre sono calabresi:
    1. "Olio Extravergine Lametia" che deve essere ottenuto da coltivazioni della Piana di Lametia con la carolea, la varietà più diffusa nella regione;
    2. "Olio Extravergine Bruzio" (con le menzioni : Colline Joniche Presilane, Fascia Prepollinica, Sibaritide, Valle Crati) ottenuto con la stessa carolea, alle quali si aggiungono la tondina, la grossa di Cassano e la dolce di Rossano (Area di produzione: la provincia di Cosenza);
    3. Olio Extravergine Alto Crotonese (Area di produzione: i comuni di Castelsilano, Cerenzia, Pallagorio, San Nicola dell'Alto Savelli e Verzino) deve essere ottenuto dalla varietà Carolea per almeno il 70%, possono concorrere nella misura massima del 30%, da sole o congiuntamente, le varietà Pennulara, Borgese, Leccino, Tonda di Strongoli e Rossanese. Si attendono a breve il riconoscimento di altri tre DOP (Conca degli Olivi, Dello Stretto, Marchesato di Crotone), che coprirebbero quasi l'intera produzione della regione;
    4. La Calabria detiene il primato assoluto nella produzione secondo i metodi dell’agricoltura biologica: secondo uno studio Biobank riferito al periodo 1997-2000, in Italia si producono 184 mila tonnellate di olive "biologiche", che forniscono 34 mila tonnellate di olio. La regione ne produce 16 mila tonnellate (il 48% del totale nazionale) e 11 mila la Puglia.
    5. Cresce la produzione regionale di oli aromatizzati, ottenuti facendo macerare in olio extravergine di oliva in spezie essiccate al sole, detti anche fruttati: i gusti del peperoncino, del rosmarino, del limone, dell'origano, del basilico sono sempre più apprezzati su tutte le tavole.

    La prevedibile evoluzione del mercato sarà un aumento della domanda mondiale di oli di oliva di qualità. In particolare nei paesi europei della UE aumenterà il consumo di olio d’oliva extra-vergine e dei fruttati, con bassa acidità, olii con "personalità", mentre si accelererà il processo di sostituzione progressiva della vendita e dell’esportazione dello sfuso con olio imbottigliato. Si registra inoltre una spiccata preferenza dei consumatori verso i prodotti con marchio certificato.

    Infatti, la domanda di oli di qualità, con certificazione DOP è in forte crescita sia in Italia che all'estero e di tutti i prodotti che per marchio o tradizione possono fregiarsi di qualche riconoscimento della qualità del loro prodotto.

    Nell'ambito della UE il mercato dell'olio è ancora ampiamente assistito, l’OCM (Organizzazione Comune di Mercato) dell’olio è stato riformato nel 1998 e prevede un regime sovvenzionato di quote nazionali per la ripartizione degli aiuti alle imprese olivicole e ai produttori di oli di oliva, finanziamenti allo stoccaggio privato che sostituisce il regime di intervento pubblico, e la concessione, per la prima volta, di aiuti per l’oliva da tavola. 

    Nel  2010 l'UE prevede l'istituzione di una zona di libero scambio con tutti i paesi del Sud del Mediterraneo, con la creazione di un grande libero mercato delle produzioni tipiche (olio, vino e agrumi) in tutto il "Mare Nostrum". L'attuale assetto normativo è transitorio. Era previsto già che a partire dal 2001 avrebbe dovuto essere sostituito con un regime definitivo, basato su una maggiore concorrenza, trasparenza di mercato ed progressiva abbandono del sistema degli aiuti. La competitività delle aziende agricole europee deve essere affidata a un miglioramento dell'immagine, alla qualità certificata dei prodotti ed a prezzi concorrenziali. La normativa è stata prorogata, ma i tempi di una radicale riforma sono maturi e bisogna prepararsi in tempo con gli adeguamenti necessari.

    L’ampliamento dell’UE creerà nuove occasioni con una maggiore possibilità d’esportazione nei nuovi Paesi membri, anche se questi mercati tarderanno a raggiungere volumi consistenti, e, come accadde a suo tempo in altri mercati non tradizionali, il consumo inizierà qui su piccola scala a partire da consumatori con reddito più elevato. L’ampliamento significherà però anche che l’UE avrà meno risorse da dedicare allo sviluppo dei mercati dell’olio di oliva, con un effetto indotto sui prezzi e sui redditi oleicoli comunitari.

    La Calabria deve seguire l'esempio dei suoi maggiori competitor e puntare nell’alta qualità dei suoi prodotti, in un'organizzazione della sua struttura industriale che risponda alle esigenze della domanda in termini di quantità e tempestività delle consegne, un sostegno delle istituzioni locali per la la promozione delle esportazioni, alla concentrazione o cooperazione imprenditoriale. Al momento si sono create solo le premesse per una rivoluzione annunciata che tarda a materializzarsi.

    Le maggiori debolezze si trovano nella commercializzazione, nell’immagine della regione sui mercati nazionali ed internazionali, nell'assenza di canali propri di commercializzazione, nella scarsa promozione del proprio prodotto e dei propri marchi: i DOP calabresi sono quasi totalmente sconosciuti non solo all'estero ma nella stessa regione, nella sostituzione del prodotto sfuso con prodotto di qualità.

    Secondo un recente studio, la globalizzazione dei processi produttivi e degli scambi rende scarsamente efficaci i tentativi di creare una struttura industriale piramidale per controllare tutte le fasi della produzione dalla imbottigliamento alla commercializzazione per sostenerla. L'ingresso nei nuovi mercati è maggiormente facilitato da accordi di collaborazione con organizzazioni o imprese che agiscono su quei mercati, e la creazioni di reti (filiali, rappresentanti o acquisizione di imprese) per assicurarsi una presenza diretta. In un mondo globale dove tutte le differenze sembrano destinate a sparire, la loro valorizzazione costituisce un enorme vantaggio competitivo. Le barriere linguistiche e culturali spesso costituiscono ostacoli più insormontabili di quelli strettamente produttivi o commerciali.

    Per tentare una valutazione del consumo di olio in Calabria, mi sono munito di un block-notes, di una penna BIC e ho condotto una personale indagine nei centri commerciali Metropoli di Rende, I Due Fiumi di Cosenza, Carrefour di Zumpano, Emmezeta di Taverna di Montalto Uffugo e il Cooperatore Alimentare che gestisce una decina di supermercati tra Rende e Cosenza. L'ipermercato Emmezeta, i Due Fiumi ed anche La Torre di San Marco Argentano sono punti vendita Interspar, con una identica strategia commerciale.

    Nei reparti dove si espone l'olio di oliva ho rilevato i dati esposti nella tabella, che può contenere qualche errore, ma nella sostanza i dati sono veritieri e verosimili. Sono presenti prodotti di sole tre aziende calabresi al Carrefour: Belvedere dei F.lli Porcaro di Belvedere Spinelli, Fabiano della Fabiano srl, con sede Contrada Di Maio di Rende e Sagario dell'Oleificio di Mario e R. Sagario snc di Praia a Mare. Il Cooperatore Alimentare espone i primi due produttori calabresi e oli dell'Oleificio Lovascio srl di Bitonto(BA); in aggiunta a questi offre l'Olio Sasso. Risulta essere il più attento a valorizzare i prodotti regionale, che tuttavia non sono i più convenienti in termini di prezzo.

    L'Iperstanda non non ha alcun confezione di olio prodotto e confezionato in Calabria. Tra le cause indicate sono la centralizzazione degli acquisti, la scarsa omogeneità del prodotto, la difficoltà a fornire i quantitativi richiesti e le  consegne irregolari. In precedenza si servivano della Calabria Oli srl, fallita due anni fa, e della Oliocolli Besidiae srl, che non ha più consegnato.

    All'Interspar  vi è sempre un reparto di "Prodotti tipici", con salumi, formaggi, peperoncini e qualche bottiglia di vino con etichetta regionale. Dell'olio neanche l'ombra.

    In merito si può osservare:

    Induttivamente si può affermare che la gran parte del consumo in Calabria di olio imbottigliato proviene da altre regioni. In termini più chiari, l'olio sfuso calabrese viene venduto ai grandi produttori del Centro-Nord che lo rispediscono sulle nostre tavole con un marchio diverso. I grandi marchi nazionali (Bertolli, Sasso, Dante) hanno i loro stabilimenti in Lombardia, che è tra le regioni italiane quella che produce meno olive. Confessava un grande produttore di Vibo Valentia, con un'avviata attività nel settore: "Ho deciso di abbandonare, i margini sono troppo ristretti, i rischi tanti, la concorrenza spietata. Non ne vale la pena."

    Gli altri paesi produttori si preparano a trasformare l'olio in un'opportunità per il futuro. In Calabria non ne vale la pena. Ma se non riusciamo ad essere competitivi nei settori (pochi in verità) nei quali possiamo vantare qualche posizione di leadership, che futuro avrà questa regione?

    L'olio sui banchi di vendita degli ipermercati e supermercati in Prov. di Cosenza (rilevazione marzo 2004)
    Marchio Produttore Tipo Iperstanda1 Interspar2 Carrefour3 Coop. Alimentare4
    1. Iperstanda di Rende, sita nel Centro Commerciale Metropolis di Rende
    2. L'Interspar è presente negli ipermercati La Torre di San Marco Argentano, Emmezeta di Montalto Uffugo e I Due Fiumi di Cosenza.
    3. Ipermecato Carrefour di Zumpano (CS)
    4. Il Cooperatore Alimentare è presente nel territorio di Rende e Cosenza con 7 supermercati.
    Dante Stab Inveruno (MI) Olio di oliva, l. 1 3,85 4,39 3,85
    Olio extra--vergine, l. 1 4,89
    De Sanctis Olearia De Sanctis srl - Bitonto (BA) Olio di oliva, l. 1 3,79 3,99
    Pietro Coricelli Pietro Coricelli Spa - Loc. Madonna di Lugo, Spoleto Olio di oliva, l. 1 3,89
    Olio extra-vergine, l. 1 4,59 4,45
    Carapelli Carapelli Firenze spa - Tavernelle Val di Pesa (FI) Olio di oliva, l. 1 3,99 3,29
    olio extra-vergine, l. 1 4,39 5,58
    Billa A.G. Madonna di Lugo, Spoleto Olio di Oliva, l. 1 3,49
    Bertolli Stab. Inveruno (MI) Olio di Oliva 3,99 4,10 4,99
    olio extra-vergine, l. 1 4,59 4,79 4,49
    Monini Monini Spa - Spoleto olio extra-vergine, l. 1 3,99 3,89 4,49
    Sasso Sasso spa - Voghera (PV) olio di oliva, l. 1 3,77 4,98 4,59 3,20
    De Cecco Olearia F.lli De Cecco Fara San Martino (CH) olio extra-vergine, l.1 5,79 3,90
    Sagra Soc. Per Az. Lucchese Oli e Vini di Lucca. Stab. Viareggio olio extra-vergine, l. 1 5,99 4,39 2,99
    Clever Clever - Stab. di Bitonto (BA) olio extra-vergine, l. 1 2,89
    Costa d'Oro Costa d'Oro spa - Spoleto olio extra-vergine, l. 1 4,59
    Minerva Minerva spa - Voghera (PV) olio extra-vergine, l. 1 4,19 3,99
    L'Orcetto Grappolini G. Surl - Loc. Ciuffenna (LU) olio extra-vergine, l. 1 8,99
    Paneolio olio extra-vergine, l. 1 8,49
    Isnardi Pietro Isnardi spa - Oneglia (IM) olio extra-vergine, l. 1 7,99
    Farchioni Farchioni Oli spa - Giano nell'Umbria (PG) olio extra-vergine, l. 1 4,79 3,99
    fruttato 6,79
    Rainieri Rainieri spa - Chiusanico (IM) olio extra-vergine, l. 1 6,49
    filtrato 8,49
    SI Agrinatura srl - Andria (BA) olio extra-vergine, l. 1 4,59
    Terra di Bari Primoli DOP - C.da Zagaria - Bitonto (BA) olio extra-vergine, l. 1 6,49
    Garda Stab. Caprino Veronese (VE) olio extra-vergine, l. 1 13,99
    Riviera Ligure Molini di Valdolce (IM) olio extra-vergine, l. 1 13,99
    Il Signore di Toscana Montepascoli Scalo (GR) olio extra-vergine, l. 1 12,99
    Riccardo e Savorè Picardo e Savorè spa - Imperia olio extra-vergine, l. 1 8,99
    Trasimeno Trasimeno spa - Campoleone olio extra-vergine, l. 1 5,99
    Conte Spagnoletti Zeuli Az. Conte Spagnoletti Zeuli - Andria (BA) olio extra-vergine, l. 1 4,99
    LugliO Medil srl - Terlizzi (BA) olio extra-vergine, l. 1 3,49
    Cirio Stab. Porcari di Lucca olio extra-vergine, l. 1 4,89
    Oliveta Agroalimentare spa - Porcari di Lucca olio extra-vergine, l. 1 4,79 4,45
    Despar Salov spa - Viareggio (LU) olio extra-vergine, l. 1 3,89
    Pantaleo Nicola Pantaleo spa - Fasano di Puglia (BR) olio extra-vergine, l. 1 3,89
    olio d'oliva, l. 1 3,65
    Belvedere F.lli Porcaro srl - Belvedere Spinello (KR) olio d'oliva, l. 1 3,39 3,17
    olio extra-vergine, l. 1 3,71
    Fabiano Fabiano srl - C.da Di Maio - Rende olio di oliva, l. 1 3,29 3,42
    olio extra-vergine, l. 1 3,99 3,66
    Mediterranea Oleificio Lovascio srl, Bitonto olio di oliva, l. 1 2,99
    olio extra-vergine, l. 1 3,11
    Sagario Oleificio di Mario e R. Sagario snc - Praia a Mare olio di oliva, l. 1 4,29
    olio extra-vergine, l. 1 5,29
    Carrefour Salov spa - Viareggio (LU) olio di oliva, l. 1 3,98
    olio extra-vergine, l. 1 4,89

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