mezzoeuro43.jpg (7717 byte)

Cos'è il COTEC (intervista a Giovanni Battista Pisani)

di Oreste Parise (Mezzoeuro Anno VI num. 42 del 20/10/2007)

Rende, 18 ottobre 2007

Il Consorzio Olivicolo Terre di Calabria è nato per opera di un PIF (Programma Integrato di Filiera), uno dei tanti strumenti previsti da Agenda 2000. Si tratta di una associazione di imprese della catena che parte dalla coltivazione dell'olivo per arrivare alla produzione dell'olio ed alla sua commercializzazione. Le aziende associate sono 167 (a fine 2006), 118 aziende di produzione olivicola, 47 di trasformazione e/o produzione, e 2 sansifici.

Il PIF, che portava la stessa denominazione, ha avuto una dotazione di 20 milioni di euro, che sono stati utilizzati per finanziare progetti presentati delle 92 aziende aderenti per gran parte dell'area di Corigliano-Rossano. I progetti erano finalizzati al miglioramento ed al rafforzamento delle strutture produttive ed alla ristrutturazione finanziaria delle aziende per ottenere un elevato ed uniforme standard di produzione. Per questo è stato predisposto un disciplinare a cui devono attenersi tutti i soci del Consorzio. A Bisignano è stato organizzato un Centro di stoccaggio con una capacità di 70.000 litri.

Il Cotec è oggi la principale associazione di produttori olivicoli della Calabria, ed una delle maggiori d'Italia, ed ha rapporti con Aprol, Coldiretti, CIA.

L'olivicoltura è un settore importante per l'economia della regione, che per secoli ha vissuto uno dei paradossi più incredibili dell'agricoltura italiana. La Calabria occupa il secondo posto tra le regioni italiane per la produzione di olive . Ma se si guarda tra gli scaffali dei supermercati o degli ipermercati - nella stessa regione - si trovano a stento prodotti calabresi, non solo olio, ma olive schiacciate o paté, ad esempio. Abbondano al contrario marchi di regioni come l'Umbria o la Liguria, che vantano una produzione di qualità, ma quantitativamente abbastanza modesta.

Tutta la filiera potrebbe dare un contributo alla produzione ed all'occupazione regionale. Abbiamo incontrato il Presidente del Consorzio, Giovanni Battista Pisani, che ne illustra l'attività e ne delinea i profili operativi e le prospettive di sviluppo.

Intervista al Presidente del Cotec Giovanni Battista Pisani

Giovanni Battista PisaniCos'è il COTEC e cosa rappresenta in Calabria?
Il Consorzio nasce nel 2001 per stimolare la cooperazione tra le aziende del settore. La sua origine trae alimento dalla realizzazione del PIF "C.O.Te.C. Olivicolo Biologico e DOP", denominazione che abbiamo voluto conservare nel Consorzio poiché legata ad una iniziativa di successo, che ha consentito a tanti operatori del settore di migliorare significativamente al propria struttura produttiva. L'area di riferimento originaria è la Piana di Sibari, dove erano ubicate le aziende che hanno usufruiti dei fondi del PIF. Il Consorzio ha successivamente ampliato il numero degli aderenti portandoli a circa 180. In tal modo è diventato uno dei principali organismi consortili del settore non solo in Calabria.
Il Cotec rappresenta, e spera di rappresentare ancora di più nel futuro, un centro di riferimento per tutti  i  produttori e dei loro addetti, il luogo dove si concentra il prodotto per trovare una sua "personalità". Vuole lanciare la sfida di affrontare i mercati e vincere la sua battaglia sulla qualità.
La regione Calabria ha riconosciuto il consorzio come organizzazione di produttori, inserito nell'Albo Nazionale. Questo gli consente di svolgere un importante ruolo di raccordo favorendo la cooperazione e la standardizzazione del prodotto, che rende possibile una promozione sul mercato. Insieme tutti gli operatori della filiera riusciranno a costruire strategie vincenti di marketing.
Quali sono i compiti e le funzioni del Cotec?
Il nostro obiettivo è di dare una assistenza alle nostre imprese in tutte le fasi della loro attività con particolare riguardo alla commercializzazione ed alla distribuzione del prodotto. Bisogna ricordare che il COTEC ha ottenuto il DOP (Denominazione di Origine Protetta) per il proprio olio. È un risultato significativo che intendiamo consolidare e valorizzare. Per questo dobbiamo continuare la politica già perseguita dal PIF di un costante miglioramento della qualità del prodotto.
In particolare, il C.O.Te.C. è impegnato nella programmazione delle produzioni, nel loro miglioramento qualitativo, nella promozione di pratiche colturali e tecniche di produzione rispettose dell’ambiente, nell’adozione di processi di rintracciabilità, nella regolazione dei prezzi, nella concentrazione dell’offerta, nella commercializzazione e valorizzazione dell’olio d’oliva sui mercati.
In che modo intendete realizzare questo obiettivo?
Bisogna premettere che non stiamo all'anno zero. Soprattutto nell'area di riferimento del Consorzio, ma anche nel resto della regione, sono stati fatti grandi progressi nel campo della meccanizzazione agricola, in quasi tutte le fasi della filiera. Ma molto occorre ancora da fare per arrivare agli  standard produttivi e di rendimento delle aziende più  efficienti. Il futuro è nel biologico ed intendiamo diffondere al massimo questa cultura.
Il problema principale resta proprio quello di ordine culturale per cui occorre un'opera di sensibilizzazione che deve iniziare dalla scuola ed dalla crescita professionale degli imprenditori olivicoli.
Per questo abbiamo costituito il Comitato Tecnico Scientifico che ha proprio il compito di raccordarsi con le istituzioni scolastiche, stage presso le aziende, incontri con il mondo docente e con gli alunni. Inoltre riteniamo essenziale una intensa opera di divulgazione scientifica e formazione tecnica degli addetti del settore.
Intendiamo pubblicizzare al massimo la nostra attività e diffondere la nuova filosofia del biologico attraverso convegni, mostre, esposizioni. Il Comitato Tecnico Scientifico in particolare ha il compito di creare questa sinergia con le istituzioni formative.
Accanto a questo c'è l'Ufficio Agro-ambientale, dove sono presenti cinque tecnici, che si occupa della consulenza tecnica a favore delle aziende associate. Intendiamo diffondere i sistemi di difesa biologica per diminuire l'utilizzo di prodotti chimici fino alla loro completa eliminazione per la salvaguardia della salute dei cittadini e dell'ambiente.
Può fare qualche esempio concreto?
Stiamo diffondendo l'uso delle ecotrappole per combattere la mosca olearia che è uno dei principali nemici dell'olivo. Per questo tutti gli olivicoltori sono invitati a aderire a questo sistema al fine di sostituire i trattamenti chimici con sistemi meno invasivi ed ecocompatibili. Le trappole funzionano sfruttando la sensibilità olfattiva del maschio che viene attratto dai feronomi inseriti nel meccanismo. La cattura massale dei maschi impedisce la riproduzione. I risultati sono molto incoraggianti e contiamo di estendere la lotta biologica a tutti gli altri parassiti dell'olivo.
Vi sono problemi di commercializzazione?
Attualmente la produzione viene collocata integralmente, ma non sempre il prezzo corrisponde alla aspettative dei produttori. Il nostro compito è di migliorare la qualità del prodotto e tentare l'inserimento della nostra produzione nella nicchia di qualità degli oli biologici per dare un contributo economico alle aziende.
Abbiamo provveduto a creare delle nostre etichette e vogliamo imporle sul mercato, caratterizzandole fino a farle diventare una garanzia di qualità per il consumatore. Siamo solo agli inizi ma i risultati conseguiti possono già considerarsi significativi e speriamo di migliorare anno dopo anno.
Qual'è il mercato di riferimento del Cotec?
Noi ci stiamo muovendo a livello nazionale, ma presto cercheremo un inserimento anche a livello internazionale. Stiamo perfezionando accordi con la GDO, la Grande Distribuzione Organizzata affinché le nostre etichette siano presenti in tutti gli scaffali dai centri commerciali ai supermarket.  La quota commercializzata direttamente dai soci trova dei canali propri, e non vengono segnalate difficoltà di vendita. La difficoltà non dipende dalla quantità del prodotto ma piuttosto dalla sua qualità. Il consumatore richiede sempre più garanzie ed è disposto a pagare qualcosa in più per ottenere un prodotto biologico certificato.
Ma vi è una campagna di penetrazione sul mercato calabrese. Generalmente il luogo di produzione è il principale destinatario del prodotto. In Calabria questo non succede.
Giovanni Perri
Certo, abbiamo già avviato delle iniziative importanti. Ad esempio stiamo formalizzando un accordo con la DESPAR per far trovare l'olio calabrese sugli scaffali del principale distributore della regione. Si tratta di un risultato importante considerato che -come già detto - il nostro cammino è solo agli inizi. Di fatto questo è il primo anno che avviamo una effettiva politica di commercializzazione delle nostre etichette
Come si presenta l'annata olearia?
L'olivicoltura quest'anno versa in una crisi colturale dovuta essenzialmente a fenomeni di origine climatica perché durante il periodo della fioritura l'eccessivo caldo non ha consentito la normale impollinazione, che è la premessa per avere il frutticino. Mancando l'alligagione non si è verificato l'ingrossamento successivo. La carenza idrica ed un eccessivo calore non ha dato alla drupa quella costanza climatica tipica stagionale che gli consente la normale fruttificazione.
Non si tratta quindi del normale fenomeno dell'alternanza produttiva?
In questo caso i fattori strutturali giocano un ruolo molto maggiore.
Quale sarà il calo della produzione?
Si può stimare intorno al 40-50% della produzione. In alcuni casi si arriva anche all'80%. È una crisi grave che colpisce la maggioranza dei nostri associati. In alcune zone il microclima è stato più favorevole ed ha consentito di limitare i danni. La Calabria può vantare una grande varietà di climi, che consentono un comportamento diversificato e della quantità e della qualità del prodotto.
Come possiamo definire la qualità del prodotto di quest'anno?
Siamo in un anno di magra anche da un punto di vista qualitativo, La qualità è relativamente bassa anche se le moderne tecniche di estrazione consentono comunque di fare arrivare sulla tavola dei consumatori un prodotto eccellente. Si tratta più di un costo aggiuntivo per le aziende, che incide notevolmente sulla loro redditività.
A questo bisogna aggiungere che i costi fissi derivanti dalle normali pratiche colturali, come la potatura, la concimazione, i trattamenti antiparassitari ad esempio, vanno sostenuti a prescindere dalla quantità del prodotto per non compromettere le annate successive. L'incidenza sul costo del prodotto è tale che tutti gli olivicoltori quest'anno si trovano ad affrontare notevoli difficoltà economiche e finanziarie.
La produzione di olio sarà quindi inferiore rispetto agli anni precedenti? Non c'è il rischio che venga integrata con olive di importazione, ad esempio?
La produzione sarà certamente inferiore perché manca la materia prima. Bisogna sottolineare che il Consorzio ha come suo compito primario quello di difendere la genuinità del prodotto, garantire il consumatore sulla loro provenienza e stabilizzare la presenza sul mercato con una  politica annonaria, come si sarebbe detto in altre epoche. D'altronde la ciclicità è un fenomeno tipico dell'agricoltura, e soprattutto dell'olivicoltura. Dobbiamo essere attrezzati per affrontare queste situazioni. A questo bisogna aggiungere l'adeguamento legislativo che obbliga di dare tutte le informazioni necessarie sul prodotto. Solo qualche giorno fa il Ministro De Castro ha firmato un decreto sulla etichettatura delle bottiglie per dare informazioni puntuali al consumatore.
Vi è anche l'obbligo della tracciabilità per stabilire la provenienza e le fasi di lavorazioni a cui è stato sottoposto il prodotto?
Sulle etichette bisogna indicare il luogo di produzione della materia prima e della sua "demolizione". Questa è una garanzia per il consumatore, che si traduce in un modesto aumento del prezzo di vendita. Il Cotec paga l'olio conferito dai soci secondo i parametri stabiliti dall'ISMEA - un organismo al di sopra di ogni sospetto - che garantisce una rimuneratività all'azienda obbligandola però al rispetto di rigidi standard qualitativi - per acidità, limpidezza, colore ecc. - affinché le caratteristiche del prodotto siano rispondenti ai parametri richiesti per il DOP.
Vi sono collaborazioni con l'Istituto Sperimentale per l'Olivicoltura di Rende?
L'Istituto è un organismo scientifico di grande interesse che va valorizzato. Il nostro Comitato Tecnico Scientifico mantiene con esso costanti rapporti a livello scientifico. Ci avvaliamo della loro esperienza con grande beneficio per l'intero sistema ed è nostra intenzione intensificare questa collaborazione. L'istituto suggerisce i cultivar più rispondenti ai gusti dei consumatori. Insieme cerchiamo le varietà migliori.
Fin qui l'olivicoltura è un prodotto casuale della storia. Vi è quindi una idea di voler procedere ad una classificazione e catalogazione dei cultivar e procedere ad una selezione mirata?
Questo è un aspetto che va attenzionato ed è compito del Comitato Tecnico Scientifico, che deve provvedere a queste ricerche. Per l'olio bruzio nella fascia ionica è previsto l'utilizzo di varietà già determinate. Intendiamo però affinare il discorso ed approfondire queste tematiche che in Calabria non hanno trovato mai grande interesse.
Quali sono i progetti più interessanti per il prossimo futuro?
Abbiamo molte idee e molte buone intenzioni. Ma per limitarci alle cose più concrete pensiamo di realizzare in qualche anno un moderno laboratorio d'analisi al servizio dei nostri soci,. Nel frattempo abbiamo sottoscritto una convenzione con il Calab di Montalto Uffugo, che è gestito dalla Camera di Commercio che consente ai soci di poter effettuare le analisi necessarie a prezzi molto contenuti.
Intendiamo altresì avviare collaborazioni con gli istituti di ricerca per una diffusione dell'agricoltura di precisione, selezionando le varietà più adatte a ciascun terreno per incrementare la resa per ettaro e migliorare la redditività aziendale.
L'altra principale preoccupazione è lo smaltimento degli scarti di lavorazione che vogliamo trasformare da costo per le aziende in opportunità. A tal fine intendiamo avviare la costruzione di un impianto per la produzione di energia alternativa con l'utilizzo degli scarti, come la sansa e l'olio esausto.
Intendiamo dare una informativa puntuale ai nostri associati predisponendo un "house organ". L'evoluzione legislativa e dei mercati è vorticosa e noi dobbiamo far diventare il C.O.Te.C. il centro di riferimento di tutti i produttori aderenti, il luogo dove è possibile ottenere risposte concrete, sganciandosi definitivamente e totalmente dalla politica assistenzialistica mirata esclusivamente al premio di produzione. Magari potremo usare proprio Mezzoeuro per questa opera di divulgazione.

 Inizio pagina

C O P Y R I G H T

You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the ©opyright rules included at my home page, citing the author's name and that the text is taken from the site www.oresteparise.it.

Il copyright degli articoli è libero. Chiunque può riprodurli secondo le ©ondizioni elencate nella home page, citando il nome dell'autore e mettendo in evidenza che il testo riprodotto è tratto da http://www.oresteparise.it/.


Ultimo aggiornamento del