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La Sibaritide in mano alla 'ndrangheta (intervista a Salvatore Frasca)

di Oreste Parise (Mezzoeuro Anno VIII num. 10 del 7/03/2009)

Rende, 3 marzo 2009

La Sibaritide è spesso sotto le luci della cronaca per i numerosi episodi criminali che si registrano con una preoccupante frequenza. In questi giorni è il caso del consigliere regionale Franco La Rupa a finire sulle prime pagine dei giornali per l'accusa di voti di scambio con il clan Forastefano di Cassano allo Ionio.

Salvatore Frasca è uno storico rappresentante politico di quell'area, parlamentare per varie legislature, sindaco a più riprese del Comune di Cassano, combattente indefesso nella lotta alla criminalità organizzata.

Parla volentieri della sua terra, e la sua testimonianza costituisce un contributo prezioso per interpretare le vicende attuali.

Intervista a Salvatore Frasca

I quotidiani di oggi riportano la notizia del rinvio a giudizio dell'on. La Rupa per la "mafia connection" tra il Tirreno e lo Ionio cosentino. Da cosa ha origine questa coniugazione di interessi tra queste due realtà?
Personalmente devo dire che, come garantista, non posso considerare nessuno responsabile dei fatti che gli vengono addebitati senza la conclusione dell'iter giudiziario. Devo però dire che il caso La Rupa non è certo da sottovalutare e deve essere tenuto nella dovuta considerazione, proprio per il suo ruolo di collegamento tra la delinquenza organizzata del Tirreno e dello Ionio. Non si può non notare che alle elezioni regionali ha preso circa 500 voti di preferenza nel comune di Cassano allo Ionio pur non avendo una significativa presenza politica.
Proprio a Cassano vi è questa concentrazione del fenomeno della delinquenza organizzata, almeno per quanto emerge dalle indagini della Magistratura.
Qui La Rupa ha trovato gli addentellati che potevano essergli utili per il suo cammino verso Palazzo Campanella, che gli hanno consentito di ottenere una notevole massa di consensi e questo non può certo essere considerato casuale.
Se consideriamo la Sibaritide una provincia, come auspicato da molti, Cassano ne costituisce naturalmente la "mala capitale" ... Cos'è che ha reso Cassano così permeabile alla criminalità?
La mafia nasce, si sviluppa e si potenzia nelle zone più ricche, poiché ha bisogno di ricchezze da sfruttare a suo piacimento.
Da questo punto di vista Rossano e Corigliano dovrebbero occupare una posizione migliore sia per il volume della ricchezza che per grandezza, poiché costituiscono la naturale conurbazione della Sibaritide.
La Sibaritide è un terreno molto omogeneo che va da Rocca Imperiale a Cariati e presenta problematiche molto simili, con presenza di clan la cui pericolosità non va sottovalutata per poter impostare una efficace politica di contrasto. Cassano occupa una posizione centrale e qui si coagulano una molteplicità di interessi poiché tutto finisce per convergere a Sibari, ma non si può certo affermare che Cassano è un centro di mafia mentre Corigliano e Rossano ne sono immuni.
Ma qual'è la genesi storica del fenomeno? Il clan Cirillo dimostra che vi è una componente d'importazione e non si tratta di un fenomeno strettamente locale.
Come è stato più volte dimostrato questo è stato un luogo prescelto dalla camorra napoletana per diversificare i suoi investimenti. Qui si è presentata con il suo volto imprenditoriale rilevando alcune aziende e gestendole direttamente. In questo modo si è insediata stabilmente sul territorio ed ha iniziato a tendere i suoi tentacoli nella struttura economica locale.
Quali sono i settori in cui si è manifestata la sua presenza, l'edilizia, gli appalti pubblici, l'attività turistica ...?
Le prime tre aziende erano della aziende agricole, successivamente il suo interesse si è esteso in tutti i settori dell'economia.
Cosa è stato fatto per contrastarne la sua presa sul territorio, cosa hanno fatto le istituzioni pubbliche per arginare il fenomeno?
L'unico ente che ha percepito fin dall'inizio la pericolosità di quella presenza è stato il comune di Cassano allo Ionio. Non a caso è stato il primo comune che in Italia si è battuto per l'acquisizione e la utilizzazione a scopo sociale del patrimonio sequestrato alla criminalità organizzata. Le aziende di Cirillo sono state tutte confiscate dalla Magistratura ed il comune le ha utilizzate per creare il centro per il recupero dei tossicodipendenti dato in gestione all'Associazione Saman. Proprio il comune è stato il primo a capire la pericolosità del fenomeno Cirillo, a mobilitarsi per combatterlo, poiché le forze dell'ordine e la magistratura avevano sottovalutato la sua pericolosità.
Da cosa nasceva questa tiepidezza nell'azione di contrasto?
Dalla scarsa conoscenza della sua natura e della sua ramificazione nel territorio tanto che la stessa magistratura gli affidò il villaggio Bagamoio che era in gestione fallimentare. Tutti i magistrati e gli avvocati di Castrovillari erano degli habitué di quel club. Cosa era veramente Cirillo lo hanno scoperto nel corso degli anni, quando è apparsa con ogni evidenza la sua vera natura. Cirillo aveva creato uno stretto legame con la criminalità di Cirò estendendo di molto il suo potere mafioso anche a Corigliano e Rossano. Non certo a caso suo cognato, che aveva temporaneamente preso il suo posto quando fu arrestato, venne ucciso in un salone da barbiere della marina di Corigliano.
Il caso Cirillo ormai sembra che si sia esaurito, quali altri meccanismi lo hanno sostituito?
Una volta che il suo patrimonio è stato posto sotto sequestro, lui stesso è stato arrestato e condannato ha perso il controllo del territorio. La legge vigente in quel momento era la Rognoni-Latorre che prevedeva la confisca dei beni ma non la loro utilizzazione a scopo sociale. Quando Giuliano Vassalli, guardasigilli dell'epoca, venne ad inaugurare il Centro Saman, si rese conto della falla della legge e vi pose rimedio facendo approvare dal Parlamento una apposita norma per l'utilizzazione dei beni confiscati alla criminalità per scopi di carattere sociale. Il caso Cirillo dimostra l'efficacia di una azione repressiva ben coordinata e portata avanti con determinazione.
Hanno sconfitto Cirillo o la criminalità? Sembra che nel frattempo ha ricostituito una nuova gerarchia di potere ...

La criminalità si riorganizza sempre, ma ci sono voluti alcuni anni perché gli uomini del clan Cirillo assumessero una organizzazione mafiosa.
Non c'è stata una trasmissione immediata di poteri, ma una lunga gestazione che ha portato alla nascita di una nuova criminalità, in questo favorita dal rilassamento delle istituzioni pubbliche che ritenevano di aver definitivamente sbaragliato il potere criminale.
C'è stata una cruenta lotta tra i vari gruppi fin quando la famiglia Forastefano ha preso il sopravvento potendo disporre di un cospicuo patrimonio, di automezzi vari, e del controllo delle attività illegali come l'usura. Non vi è dubbio che vi è stato un certo rilassamento delle istituzioni pubbliche che ritenevano di aver completamente sradicato la criminalità.

Il punto di forza di qualsiasi organizzazione criminale è il suo patrimonio come dimostra la sconfitta di Cirillo. Si è però consentito che si ricostituisse. Quali sono i punti di forza della nuova mafia della Sibaritide: la tratta delle bianche, l'usura, lo spaccio di stupefacenti ...
Non si è in presenza di un gruppo monolitico, ma alla costituzione di numerosi gruppi che si sono spartiti gli affari illeciti, i Forastefano avevano assunto una preminenza ma ancora non controllavano tutto. Quando la mafia subisce dei duri colpi da parte delle istituzioni si indebolisce e si nasconde fino a quando non riesce a riorganizzarsi. Il settore più importante e redditizio è certamente la droga. Non a caso la frazione Doria è nota per essere una delle centrali di spaccio. Tuttavia non è l'attività illecita non si limita soltanto la droga.
Girando per la Calabria colpisce il fatto che le strade della Sibaritide sono costellate di prostitute, un fenomeno che altrove è nascosto, assume un carattere carsico.
La prostituzione è evidente un po' dappertutto nella Sibaritide. Si manifesta già in agro di Spezzano Albanese lungo la superstrada che porta a Sibari, ed è frequente lungo tutta la costa ionica: Corigliano, Rossano, Crosia ... È un fenomeno strettamente legato allo spaccio. Ma bisogna ricordare che vi sono anche attività agricole che sono nelle mani di questi gruppi delinquenziali, a questi bisogna aggiungere l'usura, il turismo, i centri commerciali.
Questi sono il frutto del riciclaggio delle somme che vengono accumulate con le attività illecite, che vengono investite nei settori da lei citati. La mafia tende a ripulirsi, a trasformarsi in mafia dei colletti bianchi che gestiscono attività imprenditoriali.
Basta scorrere l'elenco dei beni sequestrati ai Forastefano per avere una idea di quanto vasto è il loro interesse e diversificato in tutti i settori più importanti dell'economia.
Rispetto a quanto si è verificato nel passato si potrebbe dire che oggi la situazione si è ribaltata: vi è una efficace politica di repressione dell'attività criminale, mentre le istituzioni locali si mostrano più tiepide, quasi timorose.
Le amministrazioni locali non sono state all'altezza del compito nel dare il proprio contributo alla lotta alla mafia; vi è una caduta di tensione e di attenzione. In primo luogo avrebbero dovuto denunciare il manifestarsi di questo fenomeno. Oggi è accaduto l'inverso di dieci anni fa quando il comune di Cassano era l'unica istituzione che combatteva contro la mafia, compito che oggi è stato lasciato alla magistratura ed alle forze dell'ordine, costrette ad operare in solitudine.
Potremmo considerare questo come un effetto della "normalizzazione", poiché ciascuno fa il proprio dovere e non vi è più necessità che gli enti locali svolgano un colpito di supplenza nella lotta alla criminalità organizzata.
Le istituzioni locali hanno una funzione molto delicata ed importante poiché devono creare l'humus di legalità che educhi i cittadini al rispetto delle regole, devono restituire alla comunità i beni illegalmente accumulati con attività illecite, difendere il patrimonio pubblico che spesso viene usurpato dai clan sottraendolo alla collettività, gestire i beni pubblici che non devono essere lasciati nel degrado. Una buona amministrazione costituisce un potente fattore di stimolo per la crescita di una coscienza civile.
Si riferisce a qualche caso in particolare?
Il caso del comune di Cassano allo Ionio è emblematico. Mi risulta che la Guardia di Finanza, incaricata dalla Procura di Castrovillari di effettuare le necessarie verifiche, sta indagando sui tanti beni del comune lasciati in completo abbandono. Faccio l'esempio del garage e dell'autofficina, dei vari edifici scolastici per il quali il comune non ha avuto il coraggio di intervenire. Dalla scuola media di Lauropoli, inaugurata pochi anni fa e chiusa quasi subito per la contrazione del numero della popolazione scolastica, sono stati portati via infissi, mattonelle, l'impianto di riscaldamento, suppellettili varie nel totale silenzio dell'amministrazione. Non si è pensato ad utilizzarlo in alcun modo e mi chiedo se il comune ha provveduto ad inoltrare regolare denuncia alle autorità competenti almeno per mostrare il suo interesse nella salvaguardare del patrimonio.
Questo può anche dipendere dalle gravissime e persistenti difficoltà finanziarie in cui versa il comune, con le finanze eternamente in dissesto. Mancano le risorse per qualsiasi intervento.
Non si trattava di fare alcun investimento poiché l'edificio era stato costruito a regola d'arte e poi un'amministrazione deve saper valorizzare le proprie risorse proprio quando si trova in difficoltà finanziarie. In questo modo, invece, si è consentito alla criminalità organizzata dirimpettaia di portarsi via tutto senza muovere un dito. Dell'officina per la riparazione degli automezzi comunali rimane soltanto lo scheletro dell'edificio mentre tutto il resto è stato asportato. Ed ancora voglio aggiungere che il comune di Cassano ebbe a suo tempo cinquanta ettari di terreno lungo la riva del mare Ionio: un patrimonio immenso che avrebbe potuto essere utilizzato in qualche modo, con una lottizzazione o come area di servizi per il turismo. Al centro vi è anche un edificio storico valutato all'epoca circa due miliardi di lire (un milione di euro); la valorizzazione di questo patrimonio avrebbe consentito il ripianamento di tutti i debiti del comune.
Questo è un problema di politica amministrativa, in che modo può ricollegarsi alla criminalità organizzata? Lasciare un polmone di terreno incolto può essere il deliberato frutto di una politica ambientalistica.
Il terreno in questione è da anni nel possesso di una famiglia che risulta proprietaria di fatto da oltre vent'anni e lo utilizza come un bene proprio; a volte viene coltivato. L'amministrazione non ha il coraggio di rivendicarne la proprietà. Consideriamo l'altro esempio del parco pubblico costruito sulla collina che era d'interesse anche dei comuni di Castrovillari e Frascineto. Sono state costruite strutture ricreative, fontane, servizi igienici, ristorante ecc. Oggi non rimane più nulla: è stato tutto distrutto tra l'incuria e il disinteresse generale. Se si consentono queste cose si dà il messaggio devastante che la prepotenza e l'abuso prevalgono sugli interessi della comunità. Se si consente a dei cittadini di appropriarsi impunemente dei beni comuni si crea e si favorisce una cultura dell'illegalità che degenera nella criminalità. La non veggenza si trasforma in obiettiva connivenza; la mafia nasce quando può esercitare la prevaricazione sui diritti, sui deboli. I giovani hanno bisogno di modelli di riferimento, di esempi positivi che deve essere il primo compito di una classe politica responsabile.

Interrogatorio della Guardia di Finanza di Castrovillari dell'On. Salvatore Frasca del 17 dicembre 2008 per indagini relative al procedimento penale 2755/08 per i commenti fatti su "Il Quotidiano" e "CalabriaOra" al sindaco di Cassano Gianluca Gallo sulla gestione dell'attività amministrativa.

"Non ho niente in contrario a ribadire quanto ho avuto occasione di dichiarare alla stampa nel corso dei mesi di lugli ed agosto dello scorso anno, lamento invece l'inerzia dell'Autorità Giudiziaria e delle forze dell'ordine. La mia denuncia ha riguardato un paio di episodi, ma si inserisce in un contesto di carattere generale contrassegnato dallo sfacelo di alcune opere di pubblica utilità rispetto al quale non vi è stato alcun intervento da parte di qualsiasi autorità dello Stato. Cito alcuni casi clamorosi:

1 - presso la frazione Doria alcuni anni fa è stato costruito con i fondi dello stato un edificio scolastico da adibire a Scuola Media. Dopo pochi anni non è stato più utilizzato per la contrazione del numero degli alunni e l'edificio è stato abbandonato a sé stesso e da esso sono stati asportati finestre, balconi, vasellame, sanitari nonché mattonelle e tante altre cose.

2 - La stessa cosa è accaduto per un altro edificio scolastico in Contrada Caccianova:

3 - C'è un capannone lunga la provinciale che da Cassano centro porta a Garda, un capannone che era stato costruito a scopo di rimessa per gli automezzi di proprietà comunale; c'era anche una ricca attrezzatura utile per il ricovero delle auto nonché la loro eventuale sistemazione o/e mantenimento: tutte le attrezzature anzidette sono andate perdute;

4 - Sulla collina di Cassano allo Ionio è stato costruito un parco d mettere a disposizione dei cittadini di Cassano e dei comuni vicini; in questo parco vi era tutta una attrezzatura tali da accogliere i visitatori compreso campo da tennis, campo di calcio, gabinetti pubblici, fontane ecc. Tutte queste opere sono andate distrutte.

5 - Il comune di Cassano allo Ionio è stato il primo comune di Italia a requisire beni appartenenti alla criminalità organizzata; tra questi sono da tenere in considerazione tre aziende sottratte al noto clan Cirillo; nel corso degli anni queste tre aziende sono state utilizzate, una per ospitarvi una comunità per tossico dipendenti, una seconda per costruire una caserma per la Guardia di Finanza ed una terza per un eventuale incremento della comunità per tossico dipendenti. Tutto ciò che vi era nelle aziende ivi compresi i macchinari e cose del genere non è più reperibile. Su tutto ciò è mancata, nonostante la pubblicità di quanto accaduto, un intervento da parte di qualsiasi autorità dello Stato; nonostante si convincimento dell'opinione pubblica che vi sia stato, per quanto sopra, un intervento della criminalità organizzata. Preciso che quanto denunciato sopra è accaduto nell'arco di tempo di dieci anni circa. Inoltre, quale ultimo punto c'è da precisare che l'attuale amministrazione comunale intende sopprimere la delegazione municipale di Lauropoli che secondo quanto si apprende dalla stampa, dovrebbe essere trasferita presso una delle parrocchie del centro senza avere riguardo al fatto che la delegazione municipale è stata costruita con i fondi dello Stato e che per eventuale cambio di destinazione occorrerebbe una autorizzazione da parte dello Stato.

Come se tutto ciò non bastasse c'è da precisare che il comune di Cassano allo Ionio dispone di 50 ettari di terreno prospicienti il mare e che questi terreni, da anni, sono nelle mani di una famiglia di cosiddetti "intoccabili" eppure questi terreni se venduti o trasformati in suoli edificatori, data la vicinanza del mare, avrebbero potuto rappresentare un valido mezzo di pagamento dei debiti che fanno carico al Comune stesso; ma di questo problema, sebbene informati, non si sono voluti interessare né i vari prefetti della città di Cosenza né i Commissari Governativi di controllo sugli atti del Comune. Da quanto detto sopra credo che ci sia una vasta gamma di possibilità di intervento da parte dell'autorità Giudiziaria. Voglio augurarmi che questa mia denuncia non cada ancora una volta nel nulla. (I verbalizzanti: Ten. Gisberto Moretti e M.C. Giovanni Ancora).


C O P Y R I G H T

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Ultimo aggiornamento del 11/28/2008 17:23:22