mezzoeuro43.jpg (7717 byte)

Molte risorse poche idee

di Oreste Parise (Mezzoeuro Anno VIII num. 35 del 29/08/2009)


Rende, 28 agosto 2009


A Briatico un mare cristallino, litorali da favola ma manca qualsiasi gestione del territorio: sporcizia, disordine e un patrimonio edilizio fatiscente

Illustrissimo signor sindaco, come un vacanziere che si può definire habitué per una frequentazione pluridecennale delle splendide marine di Briatico, facenti parte della Costa degli Dei sento l’urgenza di sottoporle un piccolo cahier des doléances, un elenco delle lamentela che si ripetono nei bar e sulle spiagge, nei camping e nei ristoranti. Si tratta di apparenti banalità che negli impegnati consessi in cui si discutono i massimi sistemi della politica possono essere ignorati, ma costituiscono il leitmotiv del tamtam tra amici, tanto nelle conversazioni private che nei blog o in Facebook, dove si raffronta la movida di Formentera con la proiezione di un video amatoriale della passione vivente il 13 agosto nella “Piazza”. Chi avesse voluto vivere un momento di raccoglimento religioso e dedicarsi alla recitazione cantilenante del “memento mori”, avrebbe scelto un silenzioso eremo trappista in luogo di una località balneare che si immagina allegra e briosa.

La logica vorrebbe che la qualità dell’offerta turistica odierna venisse posta in confronto con le dirette concorrenti attuali, ma i pochi testardi che ancora si ostinano a ritornare ogni anno continuano a notare un netto peggioramento anno dopo anno del decoro del centro abitato, della qualità dei servizi. In sintesi si nota l’assenza di un qualsiasi governo del territorio, di qualsiasi capacità di indurre miglioramenti ad una situazione che continua a peggiorare. Nonostante la presenza di una sede municipale, si direbbe che siamo in presenza di un paese autogovernato, dove vige la legge dell’arbitrio e del caos programmato.

Nelle ore più dolci della giornata, il mattino presto o il primo pomeriggio quando la morsa della calura estiva invita alla pennichella, puntuali scorazzano per il corso principale simpatiche motorette con la marmitta opportunamente bucata per segnalare rumorosamente la propria presenza ed evidenziare la maestria di emuli di Valentino Rossi. In un paese di circa quattromila anime sparse in numerose frazioni, è certamente difficile individuare i disturbatori della quiete pubblica, ma si ha l’impressione che non si ha alcuna voglia di intervenire. Tanto alla fine si fa il callo a tutto e si è convinti che, dopo un distratto fastidio, i turisti finiscono per ammirare le qualità balistiche degli spericolati centauri che mostrano orgogliosamente le loro capacità acrobatiche.

Meno comprensibile il caos quotidiano che nei pochi giorni di massima affluenza crea inestricabili ingorghi di auto parcheggiate nei luoghi più impensati, proprio li davanti alla casa municipale, davanti ai suoi occhi vigili o quelli dei suoi più stretti collaboratori. Non si è mai visto un agente municipale tentare di imporre un po’ di ordine agli indisciplinati automobilisti, che si infilano fin nel forno per comprare un cornetto caldo.

Si ha l’impressione che il caos faccia parte del DNA delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi decenni, nessuna delle quali sembra avere avuto un minimo di organizzazione e di pianificazione degli interventi. Una semplice passeggiata per Via Margherita le dà subito uno scenario di incuria, di pressappochismo. Molte abitazioni risultano non terminate, con una simpatica esposizione di fili di ferro protesi al cielo quali mani oranti che implorano di elevarsi ancora più in alto per lambire le nuvole. Sono anni che stanno lì. Molti dei palazzi sono privi di intonaco, con tavole a croce al posto degli infissi, che danno un senso di provvisorietà.

I primi piani sono utilizzati per attività commerciali, si immagina dotate di tanto di licenza. Per fortuna la sera tutto è coperto dal buio, che le poche lampade funerarie poste lungo il margine della strada riescono appena a squarciare. L’immagine complessiva è quella di un paese tetro, immerso nelle tenebre, senza vita e senza anima, senza un parco giochi, con pochi locali decenti, senza alcuna occasione di fare shopping di “zinzulame” estivo, sconosciuti gli outlet, i negozi di souvenir o di prodotti tipici.

Se si dovesse attribuire un punteggio ai servizi ed alla loro qualità saremmo di fronte ad una situazione disastrosa, non salva quasi nulla. Il colmo forse lo si raggiunge con il lungomare, che è potenzialmente uno dei più belli della Calabria, una serpentina che si snoda su di un terrazzo naturale a strapiombo sul mare, con un panorama mozzafiato. Margaritas ante porcos. Sporcizia, scarsa illuminazione serale e nessun albero. Neanche uno. Sembra incredibile. Basterebbe andare qualche chilometro più a sud ed ammirare il lungomare di Reggio Calabria, splendido per i suoi maestosi ficus. Di giorno non è praticabile per il sole che spacca le pietre, di notte per il buio che evoca agguati.

Però c’è il mare. Una quindicina di chilometri da Sant’Irene a Punta Safò, dove si può trovare di tutto, spiagge con sabbia finissima, scogli, scogliere a strapiombo, anfratti inaccessibili: una varietà che è difficile racchiudere in una costa così ristretta. Sul mare si dovrebbe costruire lo sviluppo, investire per il futuro.

Qualcuno dell’amministrazione si mai chiesto cos’è la “Bandiera Blù” e come mai nessun comune della Costa degli Dei ha avuto l’onore di riceverla nel corso degli anni? Si tratta di una formidabile macchina pubblicitaria, un meccanismo potenzialmente in grado di smuovere grandi interessi. La Calabria è da sempre scarsamente presente, il vibonese mai, pur essendo l’area più interessante e con maggiori possibilità di sviluppo del turismo balneare per la presenza di località prestigiose come Pizzo Calabro e Tropea.

Per un rapido promemoria si ricorda che si tratta di “un riconoscimento conferito dalla FEE (Foundation for Environmental Education) alle località costiere europee che soddisfano criteri di qualità relativi a parametri delle acque di balneazione e al servizio offerto, tenendo in considerazione ad esempio la pulizia delle spiagge e gli approdi turistici”, secondo quanto riportato fedelmente da Wikipedia. Si tratta di un riconoscimento istituita per la prima volta nel 1987, anno europeo per l’ambiente, e viene curato da un apposito Comitato nazionale di Giuria, che effettua delle visite di controllo delle cittadine candidate dai proporre alla FEE.

La sua attribuzione richiede la compilazione di un apposito modulo per rispondere ad una serie di quesiti, che in verità sono dei requisiti, come:

1.assoluta validità delle acque di balneazione;

2.nessuno scarico di acque industriali e

fognarie nei pressi delle spiagge;

3.elaborazione da parte dei Comuni di un piano

per eventuale emergenza ambientale;

4.elaborazione da parte del Comune di un

piano ambientale per lo sviluppo costiero;

5.acque senza vistose tracce superficiali di

inquinamento (chiazze oleose, sporcizia, ecc.);

6.spiagge allestite con contenitori per rifiuti in

numero adeguato;

7.spiaggia tenuta costantemente pulita;

8.dati delle analisi delle acque di balneazione a

disposizione;

9.facile reperibilità delle informazioni sulla

Campagna Bandiere Blu d’Europa;

10.iniziative ambientali che coinvolgano turisti

e residenti;

11.servizi igienici in numero adeguato nei pressi

della spiaggia;

12.collocamento di salvagenti ed imbarcazioni di

salvataggio;

13.assoluto divieto di accesso alle auto sulla

spiaggia;

14.assoluto divieto di campeggio non

autorizzato;

15.divieto di portare cani sulle spiagge non

appositamente attrezzate;

16.facile accesso alla spiaggia;

17.rispetto del divieto di attività che

costituiscono pericolo per i bagnanti;

18.equilibrio tra attività balneari e rispetto

della natura;

19.servizi di spiaggia efficienti;

20.accessi facilitati per disabili;

21.fontanelle di acqua potabile;

22.telefoni pubblici dislocati vicino la spiaggia.

Tralasciando l’aspetto programmatico che pur avrebbe qualche significato, qualche domanda in merito è necessario porsela. E’ stato mai curato la compilazione del modulo e sollecitata una visita della Giuria Nazionale? Ha avuto mai occasione di transitare a piedi nei pressi dell’ex camping “Lo Squalo 33” per sentire il dolce olezzo delle fogne o di qualche fossa biologica? (L’olezzo si sente anche transitando in macchina …). Ha mai notato le numerose roulotte che stazionano alla Marina, che forse avrebbero bisogno di servizi igienici? Come mai l’unico intervento che si riesce ad immaginare è la cementificazione o la bitumazione di piazze e piazzole? Perché una tale refrattarietà all’utilizzo degli alberi, dei fiori, degli arbusti? Come mai in pieno agosto non si è mai riusciti a pulire l’area parcheggio della spiaggia della Torretta? Per quale motivo il camion della spazzatura deve stazionare proprio nei pressi del “Green Garden”, tra i bagnanti? Offende la vista e l’olfatto. Vi sono secondo lei sufficienti contenitori di rifiuti e di servizi igienici lungo il litorale? Come mai le scalette per la discesa a mare sono quasi tutte interrotte, ed impediscono l’accesso alle aree più suggestive?

Le domande potrebbero continuare, ma è il complesso quello che conta, lo spettacolo sconfortante di un piccolo pezzo di paradiso (non a caso si parla di Costa degli Dei …) messa nelle mani di incompetenti. Vi sarebbero tutte le condizioni ambientali per uno sviluppo turistico in grado di assicurare benessere a tutti, come succede in tante altre località anche molto meno dotate da un punto di vista paesaggistico ed ambientale, ma che hanno saputo compensare le loro carenze con l’organizzazione ed un offerta di servizi da non far rimpiangere la presenza delle alghe e della mucillagine, come succede lungo la costa adriatica.

Certamente vi sono condizioni fortemente penalizzanti per la Calabria, come lo stato vergognoso dell’autostrada, la disfunzione frequente delle ferrovie, lo scarso numero di voli charter che la colleghino con le principali capitali europee e così via. Meno male che ci sono, perché altrimenti potrebbero venire frotte di turisti ed avremmo ipotecato il nostro futuro per i prossimi vent’anni. Il tasso di non ritorno è così elevato che si può dire che chi per avventura è venuto una volta, difficilmente ripeterà quella esperienza. Un’affermazione che è contraddetta dagli irriducibili, che tuttavia sono in numero esiguo, che si assottiglia negli anni e legata in qualche modo a vincoli affettivi con la regione. Non è certo una condizione su cui si può fare affidamento per uno sviluppo futuro. Il ritorno deve essere legato ad un momento di relax, di confort e di occasioni di svago. Dobbiamo essere in grado di lasciare una traccia indelebile nel ricordo, non affidarci al caso, a situazioni particolari ed irripetibili.

L’inverno scorso è stata lanciata una campagna pubblicitaria dalla Regione Calabria, utilizzando l’immagine di Ringhio - Gennaro Gattuso. Sembra che siano stati spesi qualcosa come cinque milioni di euro, per poi trovarsi nella condizione di larghi tratti della costa tirrenica con i mare inquinato, sottoposto al divieto di balneazione, con la maggioranza dei depuratori sottoposti a sequestro … Forse sarebbe stato più opportuno che quella somma fosse stata destinata a lavori di manutenzione straordinaria dei depuratori ed affidarsi alla pubblicità intrinseca di un mare pulito.

Certo a Briatico il mare non delude. Si ha l’impressione che tutto dipenda da una questione di correnti, da una capacità autopulente del mare, ma poco dalla programmazione. La natura non ha tradito Briatico, ma tutti coloro che l’hanno gestito negli ultimi decenni non hanno avuto la capacità, o forse l’amore di voler gestire l’ingente patrimonio che hanno ricevuto in dote.

L’economia del comune è essenzialmente legata all’attività turistica ed all’agricoltura. C’è da chiedersi come mai, nonostante tutte le sue potenzialità il comune non riesce ad assicurare un futuro ai propri giovani e continua a perdere abitanti dal 1951.

L’organizzazione delle manifestazioni estive è stata davvero poca cosa, con tutto l’onore ai giovani del Conservatorio di Vibo Valentia, che hanno offerto spettacoli di grande fascino.

In molti continuano a chiedersi quali sono le ragioni di un così lento declino delle presenze turistiche nel comune. Anche quest’anno la stagione non è stata esaltante nonostante le segnalate difficoltà delle località concorrenti del Tirreno cosentino. L’auspicio è che il confronto elettorale del prossimo anno sia il momento opportuno per iniziare un percorso di rilancio del turismo locale. Ma bisogna smetterla di affidarsi al caso e programmare una serie di azioni per eliminare le disfunzioni.


C O P Y R I G H T

You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the the qui included at my home page, citing the author's name and that the text is taken from the site http://www.oresteparise.it/. Il copyright degli articoli è libero. Chiunque può riprodurli secondo le @ondizioni elencate nella home page, citando il nome dell'autore e mettendo in evidenza che il testo riprodotto è tratto da http://www.oresteparise.it/.


Ultimo aggiornamento del 11/28/2008 17:23:22