Dalla Cina con Amore. Ricordando Lu Tongliu

di Franco Bartucci

Da qualche mese si sta sviluppando all'interno dell'Università della Calabria e all'esterno, per merito del settimanale “Mezzo Euro”, una interessante discussione storica, sociale e culturale sulla presenza cinese in Calabria. “Vecchia e nuova Cina in Calabria”, questo il titolo dato all'articolo di Oreste Parise pubblicato nel numero di sabato 15 maggio e la cosa mi intriga molto e mi spinge a sviluppare un mio personale contributo di approfondimento prendendo spunto dal titolo dell'articolo e soprattutto del confronto che c'è stato via Internet, nell'aula magna dell'Università, in collegamento con Pechino, tra gli attuali studenti cinesi che frequentano i corsi della Facoltà di Medicina, circa duecento, ed alcuni ex studenti e giovani laureati cinesi giunti nella nostra regione e in particolare nella Università della Calabria il 5 dicembre 1979, frutto di un accordo voluto dal rettore Pietro Bucci, per una impronta internazionale dell'Ateneo, e cercato dal prof. Giovanni Mazzetti, all'epoca docente di “Analisi Economica”, presso la Facoltà di Scienze Economiche e Sociali, con delega al settore di “Educazione Permanente”, tramite l'Ambasciata cinese a Roma.

Il prof. Giovanni Mazzetti, che continua ad insegnare ancora oggi presso la Facoltà di Economia dell'Università della Calabria, facendo il pendolare tra Roma e Cosenza, ricorda con piacere quell'incarico e quella missione che gli fu affidata dal rettore Pietro Bucci per un rapporto con l'Ambasciata Cinese, operativa a quel tempo nella capitale d'Italia.

“Erano tempi in cui la Cina - ci confida il prof. Mazzetti - pensava di aprirsi al resto del mondo e particolarmente con il nostro Paese per consentire ai propri giovani spazi di apertura mentale e culturale. Ci fu consentito di stipulare un protocollo d'intesa con l'accordo di scambi culturali ed ecco che arrivarono gli undici studenti e sei specializzandi. Ci fu la mobilitazione generale per accoglierli e farli inserire nel contesto della nostra comunità universitaria e nella società calabrese. Le cene e i pranzi, più che le lezioni, erano gli strumenti e le opportunità che offrivamo, a creare i momenti migliori di socializzazione e di instaurazione di rapporti sociali forti”.

Anche se ho seguito, almeno fino a quando sono stato alla direzione dell'Ufficio Stampa dell'Università, la evoluzione della seconda fase dell'arrivo degli studenti cinesi con l'accordo e il protocollo d'intesa sottoscritto circa dieci anni addietro tra l'Università della Calabria e la Repubblica Popolare Cinese, per merito del Preside della Facoltà di Farmacia, prof. Sebastiano Andò, il mio pensiero si sofferma in modo particolare sulla “Vecchia Cina”, in quanto in quel momento rappresentava un primato in assoluto in Italia.

Infatti per prima l'Università della Calabria ha aperto le proprie porte a studenti cinesi (in Italia lo ha fatto soltanto l'Università di Udine nel 1980, qualche mese dopo) per consentire loro sia di acquisire la laurea o di trascorrere un periodo di due anni post laurea per specializzarsi. Quel 1° dicembre 1979 arrivarono undici studenti per essere avviati ad acquisire la laurea in ingegneria, economia e fisica e sei giovani laureati per trascorrere un periodo di due anni di specializzazione presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, nonché di Scienze Economiche e Sociali.

In un precedente servizio ho ricordato i nomi degli studenti: Don Qinglu, Ye Feng, Yang Zhihong, Zhong Qingsi, Han Janping, Liu Jianmin, Li Jun, Zhou Jinnan, Chen Neiken, Xu Fang, Wang Dong Bo; nonchè i sei giovani laureati: Luo Hongbo (unica donna), Ma Qingshan, Rong Dianxin, Lu Tongliu, Wen Chengde e Liu Ruting.

Del gruppo degli studenti l'unico a rimanere nell'Università della Calabria, una volta laureatosi in Fisica, è stato Xu Fang, valido ricercatore e docente presso il dipartimento di fisica; mentre ho già scritto e detto del rapporto di amicizia che mi ha legato in questi anni a Wen Chengde e particolarmente a Liu Ruting, avendo una affinità comune nella professione di giornalista.

Ma adesso c'è un'altra figura che vorrei portare all'attenzione di coloro che avranno interesse a leggere questo mio ricordo rivolto ai vecchi studenti cinesi, che come ho detto rappresentano le radici dell'attuale vasta comunità di studenti e non, presenti all'interno dell'Università della Calabria e fuori da essa. Si tratta del prof. Lu Tongliu, scomparso prematuramente in Cina nel 2005 e che la figlia Lu Jing, una volta cremato il corpo ha portato le ceneri in Italia per essere conservati e custoditi nel cimitero di Porto a Fiumicino, nei pressi di Roma, in quanto per ragioni culturali e di apprezzamenti storici e ambientali era legatissimo al nostro Paese e perché no alla nostra Calabria.

Sono il buon Liu Ruting, con la moglie del prof. Lu Tongliu (entrambi a Pechino) e la figlia Lu Jing che mi danno questa certezza attraverso le loro testimonianze. “La sua stanza si trovava al blocco 12, accanto alla mia ed eravamo amici intimi - mi scrive Liu Ruting - durante i due anni di permanenza all'Università della Calabria. Frequentavamo insieme i dipartimenti di sociologia e lettere. Si trasferì nel 1981 all'Università “La Sapienza” di Roma, ma mi ha parlato molto della sua permanenza ad Arcavacata. Spesso mi diceva che non riusciva a dimenticare quella esperienza e sperava di ritornarvi. Rientrando in Cina ha lavorato molto per tradurre le ricerche sulla letteratura italiana, stimolando i cinesi a fare altrettanto. Con il suo impegno e il suo lavoro è diventato in Cina un famoso studioso e autore di molte opere letterarie.

I miei ricordi sono troppo belli, soprattutto gli amici e la gente di Calabria che abbiamo apprezzato tanto. Da voi e da loro - mi ha scritto ancora il caro Liu - abbiamo imparato molto e tanto e non vi dimenticherò mai. Ho detto ai miei che devo lavorare ancora per l'Italia, almeno fino a quando lo stato di salute mi sorregge. Adesso ogni giorno scrivo qualcosa sull'Italia e traduco opere italiane, per ringraziare l'Italia e i miei amici italiani”.

Ma è la figlia Lu Jing, che lavora a Roma, con incarichi di insegnamento presso l'Università “Roma Tre” e la Libera Università “San Pio V°”, felicemente sposata, con una figlia di dieci anni, a un valente professionista calabrese, originario di Santa Severina in provincia di Crotone, a farmi capire ancora meglio la figura del suo papà, Lu Tongliu, che ho avuto il piacere in quei due anni di permanenza all'Università della Calabria di conoscerlo ed intrattenermi con lui, unitamente agli amici Liu e Wen, come con tutti gli altri studenti ed accompagnarli nelle varie occasioni di vita pubblica. Mi piace ricordare in questa circostanza la giornata italo -cinese, promossa dall'Università della Calabria, nell'aula “Umberto Caldora”, il 14 gennaio 1983, quale occasione d'incontro e festa comune per la presentazione dello sceneggiato “Marco Polo”, prodotto dalla Rai, alla presenza del famoso attore cinese Ying Ruo Cheng, che interpretava il ruolo di Kublai Khan.

E' la figlia Lu Jing, che in un suo ricordo personale scritto sul padre, il quale viene pubblicato a margine e ad integrazione di questo mio ricordo, ci focalizza il grande affetto, legame e stima nei confronti del nostro Paese.

“Cominciò da ragazzo a nutrire un particolare interesse verso gli studi umanistici - così scrive Lu Jing di suo padre Lu Tongliu - leggendo un'infinità di racconti, poesie, romanzi, saggi e articoli scritti da autori cinesi e stranieri. Successivamente riuscì a superare brillantemente l'esame statale per poter studiare in Russia, che raggiunse nel 1956 iscrivendosi alla Facoltà di Chimica presso l'Università di San Pietroburgo. A quel tempo dalla Cina si andava a studiare all'estero solamente materie scientifiche.

Ma il suo sogno era la letteratura e il giornalismo. Riuscì a coronarlo l'anno successivo allorché ebbe la possibilità di cambiare indirizzo iscrivendosi alla Facoltà di Lingua e Letteratura Italiana. Era quello il suo destino. Il suo lavoro lo ha portato spesso in Italia agli inizi degli anni '80, dove ha potuto perfezionare la lingua e continuare le proprie ricerche. Ha conseguito in quegli anni specializzazioni sia presso l'Università della Calabria che alla “Sapienza” di Roma. Parlava spesso di questo periodo con nostalgia e penso sia stato fondamentale per la sua formazione culturale”.

Ma la vita di Lu Tongliu per come ci racconta la figlia ha un suo fascino meritevole di conoscenza per farcelo stimare e ricordare ancora di più, in quanto onorati di averlo conosciuto e felice di averlo ospitato nelle strutture del campus universitario di Arcavacata.

“Quarto di cinque figli nasce l'8 gennaio 1938 a Dan Yang, nella provincia del Jiangsu, cittadina nota per l'abbondanza di pesci, riso e per aver dato i natali a numerosi studiosi. Nasce nei pressi del fiume Yang Ze, in un periodo dell'invasione giapponese e la sua famiglia era in fuga. Poiché si trattava della sesta sosta del lungo cammino, gli fu assegnato il nome Liu (che significa sei) come suffisso a Tong che era già stato deciso per i figli della sua generazione.

Da giovane studente dalla Russia fece il corrispondente per i giornali cinesi sulle attività culturali e sportive che si svolgevano innamorandosi in quel periodo dei racconti di Moravia tanto da arrivare a tradurre in cinese “Felicità in vetrina”, che fu pubblicato nel 1962 dalla rivista cinese “Letteratura mondiale”. Arriva la laurea e viene inserito nell'organigramma dell'Istituto di Ricerca sulla Letteratura Straniera dell'Accademia Cinese di Scienze Sociali di Pechino in qualità di esperto.

Ma gli eventi storici della Cina tra il 1964 e la fine degli anni '70 lo tennero lontano dal suo lavoro e dalle sue ricerche, in quanto fu coinvolto, insieme ad altri intellettuali, nella campagna di rieducazione, dove il duro lavoro e la fatica facevano da “padrone” per l'intera giornata. Ricordando quel periodo diceva: “Mi sembrava uno scherzo della sorte, albergavo in una stalla così come vi ero nato”.

Alla fine della “rivoluzione culturale” ha subito ripreso i suoi studi partendo ancora una volta da Moravia per arrivare nel mese di dicembre del 1979 all'Università della Calabria e successivamente nel 1981 a Roma presso l'Università “La Sapienza”, dove ebbe modo di allargare il suo bagaglio di conoscenze occupandosi di Calvino, Sciascia, Montale, Quasimodo, Pirandello, D'Annunzio, Dante, Petrarca, Boccaccio, Tasso, Manzoni, Leopardi, Verga, Nievo, Berto, Buzzati, Boito, Deledda, Tommaso di Lampedusa, Malerba, Castellaneta ed altri ancora.

Le loro opere letterarie sono state tradotte in cinese e ampiamente diffuse e apprezzate in Cina. “Affermava che la traduzione - ci confida la figlia Lu Jing - doveva sempre essere accompagnata da un lavoro di ricerca sul personaggio in quanto un bravo traduttore doveva conoscere entrambe le culture”. Considerava il suo lavoro come “un ponte che collega due culture e due popoli e gli scambi culturali tra diverse civiltà come una pietra miliare del progresso umano”.

Entrando nel suo curriculum vitae se ne apprezza ancora di più lo spessore culturale ed umano tanto da creare una “nicchia” indelebile nel tempo per essere mostrata ad esempio nel campus universitario di Arcavacata, quale simbolo di unione tra “vecchio” e “nuovo” mondo, nel senso del rapporto tra due identità di popoli e generazioni per essere costruttori di un mondo di pace, amore, giustizia nell'era ormai ben definita del globalismo mondiale.

Franco Bartucci

Curriculum vitae prof. Lu Tongliu

Studi: Laurea in Lingua e Letteratura Italiana presso l'Università di San Pietroburgo. Ha poi proseguito gli studi, specializzandosi, presso l'Università di Cosenza e l'Università “La Sapienza” di Roma

Dal 1962 ha lavorato presso I'Istituto di Ricerca sulla Letteratura Straniera dell'Accademia Cinese di Scienze Sociali con la carica di Professore ordinario.

Altre cariche:

-Vicedirettore permanente del medesimo Istituto e della rivista “Critica della Letteratura Straniera”;

-Presidente dell'Associazione Cinese per gli Studi sulla Letteratura Italiana;

-Presidente dell'Accademia Cinese della Cultura Internazionale;

-Membro della Commissione Scientifica di Lingue e Letterature Straniere presso l'ADCSC (un organismo del Consiglio di Stato Cinese);

-Membro del Comitato Direttivo presso l'AISLLI ( Associazione Internazionale Studi di Lingua e Letteratura Italiana);

-Presidente del Comitato di Pechino della Società Dante Alighieri;

-Membro del Consiglio dell'Associazione dei Traduttori Cinesi;

-Visiting Professor dell'Università dello Henan, dell'Università di Lingua e Cultura di Pechino e consulente del Centro di Ricerca della Cultura Italiana presso l'Università normale di Nanchino;

-Direttore del Centro di Cultura e Arte dell'Istituto di Dalian,

-Consulente del Centro Studi su Matteo Ricci e Martino Martini presso l'Università Normale di Liaoning.

Attività letteraria:

Ha partecipato all'estero a numerosi convegni: Macerata, Trento, Cosenza, Pordenone, Venezia, Padova, Bologna e Roma con relazioni su Matteo Ricci, Martino Martini, Dante, Ruzzante, Leopardi, Pirandello, Sgorlon e la presentazione della letteratura italiana in Cina. Ha effettuato visite accademiche in Danimarca, Corea, Giappone , Francia e Taiwan.

In Cina, in qualità di Presidente dell'Associazione degli Studi sulla Letteratura Italiana, dal 1987 ha organizzato 16 convegni nazionali annuali sulla letteratura italiana. In qualità di Vice Presidente dell'Accademia Cinese di Culture Internazionali,nel 1994 ha organizzato il convegno internazionale su “Martino Martini e gli Scambi Culturali tra la Cina e l'Occidente” e nel 1991 ha organizzato a Pechino il primo convegno internazionale su Marco Polo.

Onorificenze:

(1) Nel giugno 2002, è stato insignito col titolo di “Commendatore della Repubblica Italiana” dal Presidente della Repubblica Ciampi. E' il primo studioso cinese ad ottenere tale onorificenza.

(2) Premio Lignano (1999)

(3) Premio Chen Xiangmei _çÅî~( prima edizione ,1995)

(4) Premio Pirandello (1991)

(5) Cavaliere Ufficiale dell'Ordine della Repubblica Italiana (1990 )

(6) Premio letterario internazionale Mondello (1990 )

(7) Diploma di benemerenza della Società Dante Alighieri (1984)