La Calabria arranca

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno IX num. 43 del 30/10/2010)

Rende, 30 ottobre 2010

Il sesto rapporto sull'economia in provincia di Cosenza mette in risalto luce e ombre della congiuntura: una positiva propensione all'investimento delle imprese soffocata dalla morsa della criminalità organizzata e dalla prudenza delle banche.

Presso il Centro Direzionale del Credito Cooperativo Mediocrati è stato presentato ieri 29 ottobre, il sesto rapporto sull’economia della provincia di Cosenza alla presenza di numerosi personalità locali, tra i quali il prefetto, il sindaco di Rende, consiglieri regionali, rappresentanti categorie. La presentazione del rapporto è diventato uno degli appuntamenti annuali per fare il punto sulla condizione congiunturale della Provincia e presenta ogni anno un tema di approfondimento oggetto di dibattito e di confronto.

Il rapporto è costruito su una nutrita serie di dati statistici che illustrano la condizione della provincia nel contesto regionale e nazionale e su una indagine, che coinvolge un campione significativo delle imprese provinciali. L’andamento dell’indice di fiducia ha mostrato un significativo miglioramento nel 2009, e vi è la percezione che vi sono buone aspettative di crescita. Tuttavia, i dati statistici non riescono ancora a manifestare una inversione di tendenza. Seguendo le indicazioni fornite dagli imprenditori, anche quest'anno sarà contrassegnato dall'onda anomale della crisi. Nei primi mesi di quest'anno l'indice di fiducia, pur mantenendosi positivo, ha segnato un momento di stasi.

“La situazione congiunturale rispetto alla rilevazione precedente purtroppo non registra alcun significativo miglioramento”, ha dichiarato Nicola Pardino, presidente della BCC Mediocrati. “A ciò si aggiunga la persistente inefficienza della pubblica amministrazione che continua a essere un pesante ostacolo allo sviluppo specialmente in una economia come quella calabrese fortemente dipendente dalle risorse pubbliche che rappresentano oltre un quarto della ricchezza prodotta nell'intera regione.”

Benché arrivino segnali importanti dal volume di affari e dalla propensione agli investimenti, per la maggioranza degli imprenditori le difficoltà da superare sono ancora molte prima di poter imboccare la via della ripresa.

Uno degli ostacoli principali è costituito dalla pervasiva presenza della criminalità organizzata per effetto dell'aggressiva e violenta azione intimidatoria sul sistema imprenditoriale. La rilevata propensione agli investimenti viene fortemente ridimensionata dai condizionamenti imposti dalla criminalità organizzata, il cui ruolo nell'economia locale costituisce il focus di quest'anno.

Per valutare il ruolo da essa assunta nell'economia locale è sufficiente ricordare che secondo stime prudenziali l'usura e le estorsioni pesano per circa 5,4 miliardi di euro, una cifra enorme.

Un segnale molto incoraggiante è la constatazione di una diffusa volontà di resistere da parte degli imprenditori, la maggior parte dei quali si dimostra poco propensa a cedere al ricatto e alle estorsioni. Viene smentita la diffusione di un atavico atteggiamento omertoso, che rende l'intero sistema economico di fatto complice della criminalità.

La capacità di resistenza degli operatori, tuttavia, non è sufficiente ad arginare l'attacco della criminalità organizzata, che può contare su un enorme patrimonio e su una liquidità tale da poter comprare armi e coscienze. Vi deve essere una risposta positiva e determinata da parte delle autorità statali, forze dell'ordine e magistratura, che devono dare chiari segnali di poter essere in grado di controllare e debellare il fenomeno. A fronte delle numerose inchieste e degli arresti che hanno allentato la pressione sul sistema economico, vi è un immediato aumento del grado di fiducia nelle istituzioni e nelle capacità di crescita.

“Il sistema bancario deve avere il coraggio, nel suo insieme, di rifiutare categoricamente il mafioso dal “colletto bianco” che apre un conto corrente appetibile, di annientare conseguentemente i tentacoli dell'usura e favorire l'accesso al credito alle imprese sane del nostro territorio”, ha dichiarato Paldino.

Gli eccessivi vincoli posti all'esercizio dell'attività bancaria ha creato eccessivi vincoli per assistere gli operatori in difficoltà, che in una fase congiunturale così sfavorevole si trovano impossibilita a rispondere ai rigorosi criteri contabili imposti dai principi di Basilea-2. E' necessario uno sforzo congiunto per evitare il collasso del sistema imprenditoriale.

La criminalità costituisce un serio ostacolo alla crescita tanto che gli imprenditori si dicono convinti che in assenza di essa potrebbero conseguire significativi incrementi produttivi con una crescita media del fatturato fino al 20%. Valutando l'impatto sul sistema economico regionale si potrebbe produrre un incremento del PIL di circa tre punti percentuali, con ricadute a catena per gli effetti indotti, che provocherebbero la nascita di nuove imprese e un alleviamento della devastante disoccupazione che colpisce soprattutto giovani e donne.

Un imprenditore su quattro si sente minacciato e dice di non poter svolgere il proprio ruolo in sicurezza senza condizionamenti negativi. Quasi la metà dichiara di non subire conseguenze dirette, ma avverte la presenza criminale e ne percepisce chiaramente la pericolosità manifestando qualche inquietudine. Solo 15,3% del campione interpellato sostiene di poter lavorare in totale tranquillità affermando di non avere mai sentito parlare di attacchi criminali contro le imprese.

Anche se l'indagine e le informazioni statistiche disponibili non consentono valutazione esatte sulla presenza della criminalità organizzata nell'economia della provincia, e quantificare con precisione quale sia la mancata crescita del sistema produttivo causata dalla presenza della criminalità, certamente si può affermare che vi sono perdite sociali ed economiche molto rilevanti e vaste aree della regione vivono in uno stato di degrado proprio perché sono impedite nello sviluppo economico e nella crescita civile.

Il ruolo delle banche locali può essere molto importante al riguardo, ma da sole non possono sopportare il peso delle distorsioni prodotte dalle inefficienze del sistema. Lo sforzo fatto, in particolare, dalla BCC ha determinato lo stato di crisi di alcune di esse per intervento della Vigilanza della Banca d'Italia. I provvedimenti di commissariamento sono del tutto legittimi e opportuni sotto il profilo legale e di valutazione delle condizioni di rischio delle aziende. Tuttavia, è necessario impedire che il territorio perda anche questo ultimo presidio finanziario con una desertificazione dei centri decisionali.

La magistratura e le forze dell'ordine hanno conseguito risultati molto positivi, ma non ancora sufficienti a considerare il fenomeno completamente messo sotto controllo. L'indagine può essere considerata come una buona base di partenza per un ragionamento approfondito del fenomeno e delle sinergie necessarie per debellarlo.


C OP Y R I G H T

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