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Mezzoeuro

Come ti costruisco il futuro

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XI num. 20 del 19/05/2012


Rende, 16/05/2012


La Calabria altrove

Ridare dignità ambientale urbana a una delle aree più degradate d'Italia. Questo è il compito cui è chiamata BagnoliFutura. A questa impresa partecipa anche Anna Falcone, bella, giovane, intelligente. Un altro talento che la Calabria ha perduto. “La classe politica locale ha fatto di tutto per poter decapitare i talenti che potevano far risaltare la loro mediocrità”, dice convinta.



Intervista con Anna Falcone, del CdA di BagnoliFutura

Anna FalconeCome nasce questa avventura napoletana?
Ho conosciuto De Magistris qualche anno fa in occasione della vicenda “Why not” e alle indagini che gli furono sottratte per cause ormai note. Lo sdegno fu forte. A Cosenza organizzammo una manifestazione di solidarietà in pochissimi giorni, molto partecipata, oltre ogni aspettativa. Eravamo poche persone in una stanza e ci siamo ritrovati con un mare di persone di estrazione diversissima: attivisti politici, esponenti del mondo dell'associazionismo, giovani, universitari e cittadini comuni tutti uniti in un moto di indignazione mai registrato prima. Successivamente ho avuto modo di incontrarlo in occasione di vari convegni e seminari di studio, oltre che in alcuni incontri pubblici.
Molti contestano a De Magistris un attivismo inconcludente per non essere mai arrivato alla fine delle sue inchieste.
È una critica che non ritengo fondata e che i fatti hanno smentito. Credo che, a distanza di tempo, la sua vicenda giudiziaria acquisti una luce sempre più chiara. Le successive evoluzioni hanno dimostrato, ove ve ne fosse bisogno, che se le su inchieste non sono andate a buon fine, molto hanno pesato prima gli innumerevoli ostacoli frapposti, anche all’interno del suo ufficio, poi la sottrazione dei fascicoli, in ultimo il passaggio ad altri. Quasi invitabile un esito diverso. Come acclarato fino ad oggi anche in sede giudiziaria, gli ‘errori’ e gli abusi commessi stavano probabilmente da un’altra parte.
Che impressione ha avuto della sua esperienza di Sindaco di una città grande e complessa come Napoli?
Bisogna dare atto di un grande impegno sia al Sindaco, che ai suoi collaboratori, che alla giunta: lavorano tutti con grande entusiasmo e a ritmi impressionanti, spesso senza fermarsi neanche nei fine settimana. De Magistris per primo non si risparmia ed i napoletani vedono e apprezzano tanta dedizione e il suo impegno diretto in ogni settore dell’amministrazione. Io ed i miei colleghi, pur non avendo un rapporto interno all’Amministrazione comunale - essendo il nostro un incarico tecnico in una società partecipata anche da Regione e Provincia - siamo stati subito contagiati da questo entusiasmo e dagli incalzanti ritmi di lavoro. Sono questi elementi che ci hanno consentito di raggiungere già importanti risultati dopo solo 4 mesi dal nostro insediamento. Del resto la scelta dei componenti del Consiglio di Amministrazione di Bagnolifutura, e di tutte le partecipate del Comune, per curriculum e non per appartenenza politica, è funzionale proprio alla volontà di valorizzare competenze e professionalità, da un lato, e dall’altro di garantire l’efficienza e la trasparenza dell’azione pubblica. Come più volte sottolineato dall’Amministrazione, la scelta è infatti ricaduta su persone che garantissero, accanto a competenze professionali specifiche, anche un alto profilo etico. Tanto per dimostrare come anche una società che operi in condizioni oggettivamente difficili può essere gestita correttamente e produrre risultati importanti per la collettività se viene gestite nell’interesse pubblico e non per il perseguimento di un tornaconto personale.
Cos’è Bagnolifutura e cosa rappresenta nella strategia programmatica dell’amministrazione De Magistris?
La mission della società consiste nel recupero ambientale e urbanistico dell’area di Bagnoli, abbandonata dall’industria in seguito alla dismissione del Centro Siderurgico e da recuperare ai cittadini e al territorio. Si tratta di un’area molto vasta, a nord del Golfo di Napoli in un’area naturalisticamente bellissima, ma degradata Siamo stati chiamati a sboccare una condizione societaria immobile da tempo, a causa di inefficienze e ritardi, e seriamente compromessa da un punto di vista finanziario. Gli interessi in gioco sono enormi. Come grande è la volontà di riuscire nel progetto di valorizzazione e recupero. Noi faremo in modo che prevalgano quelli dei cittadini, a godere di un’area che sarà destinata prevalentemente a Parco urbano, con una superficie importante destinata a Parco Urbano e al “Parco dello Sport”. Quest’ultimo sarà consegneremo alla città già a Giugno. Oltre a questo moltissimi sono i progetti ambiziosi in corso di realizzazione come, solo per indicarne alcuni, il Polo tecnologico per l’ambiente, l’Acquario tematico, il “Bagnoli Hub”, dove sono stati realizzati un auditorium e di un centro benessere fra i più belli del mezzogiorno e che consegneremo subito dopo l’estate. Per un elenco completo delle opere, però, che sono tantissime, e una visione generale del progetto di trasformazione urbana, conviene visitare il sito della società, www.bagnolifutura.com. Si tratta di un progetto strategico, del resto, non solo per Napoli, ma per tutto il Sud. Impossibile non restarne affascinati.
Anna FalconeQuesta esperienza potrebbe essere preziosa per la possibilità di poterla replicare in altri contesti. Le aree degradate sono molto numerose nel Sud, come quella di Crotone, ad esempio.
Questa è una società di trasformazione urbana (cd. STU), che ha il compito di ridisegnare totalmente un pezzo importante della città e dell’area a nord di Napoli, in modo da restituire ai luoghi sicurezza ambientale, dignità paesaggistica e fruibilità sociale. La bonifica dell’area è già in fase avanza e sarà conclusa presto. Di concerto con il Ministero dell’Ambiente, inoltre, lavoreremo nei prossimi mesi anche per recuperare la costa su cui insiste Bagnoli e ripristinare la spiaggia che affaccia sull’isola di Nisida. Pur non essendo quest’area costiera di competenza diretta di Bagnolifutura, è nostro interesse che venga ripristinata e restituita al napoletani, che vivono questo obiettivo come una priorità. Il successo dell’operazione è inoltre funzionale alla valorizzazione e al successivo sviluppo dell’area interessata. Noi ereditiamo un buon lavoro di progettazione e una tormentata fase di mancata attuazione. Bagnoli, anche per questo, è una sfida impegnativa, ma entusiasmante. Se da un lato, non è semplice trovare mezzi e strumenti per trasformare un’area che da industriale deve tornare a recuperare la sua vocazione ambientale e turistico-ricettizia, per altro verso ‘cambiare pelle’ è ‘la sfida’ di molte aree sfruttate e degradate del Sud: impossibile sottrarsi a chi creda in suo sviluppo fondato su modelli alternativi. Queste aree opportunamente riprogettate, recuperate al territorio e allo spazio pubblico, organizzate secondo modelli urbanistici di sostenibilità ambientale e autonomia energetica da fonti rinnovabili possono rappresentare nuovi modelli e occasioni di sviluppo, economico, culturale, sociale per le arre più depresse del Paese. Vi sono tanti contesti dove sarebbe possibile mettere a frutto questa esperienza e il ‘know-how’ maturato, ma soprattutto bisogna concluderla, arrivare a dei risultati. L’Incompiuta è l’opera più rappresentata nei teatri naturali d’Italia, ma non è la più applaudita.
Quali sono gli interventi previsti? Vogliamo citarne uno?
Una delle idee più innovative è la realizzazione di un grande “Parco dello Sport”, non destinato alle grandi competizioni, ma ai cittadini, dove vivere lo sport e non subirlo passivamente da spettatori: uno spazio dove tutti possano praticare attività sportiva, socializzare, ricostruire quelle relazioni e quei valori che lo Sport riesce spesso a insegnare meglio di qualsiasi ‘sermone’. Soprattutto per i giovani sarà un luogo importante e di grande attrazione.
Qual è la possibilità di successo di tutta l’operazione? Sono passati tanti anni e siamo ancora agli inizia, c’è ancora tanto da fare.
Non si tratta solo di una operazione molto complessa, ma vi è la necessità di grandi risorse finanziarie che con l’aria che tira non sono facili da reperire. Ma noi ci stiamo muovendo bene, anche in Europa, dalle cui Istituzioni abbiamo avuto importanti segnali di fiducia e apertura di credito. A questo dobbiamo aggiungere l’impegno richiesto dal Comune, e assunto da Bagnolifutura, di dare un contributo alla soluzione del problema più grave vissuto dalla città in questi anni, quello dei rifiuti, che ha distrutto l’immagine della città nel mondo. Noi stiamo lavorando insieme al Comune a un progetto di smaltimento anaerobico, che è quanto di più ecologico e pulito ci possa essere dal punto di vista dell’impatto ambientale e, per di più, ha il vantaggio di trasformare in energia la parte umida dei rifiuti prodotti nel Parco. Questo progetto, insieme ai pannelli solari che rivestiranno alcune strutture, renderà l’area quasi completamente autosufficiente da un punto di vista energetico.
Come conciliare un impianto di smaltimento con la vocazione turistica?
Quello che si vuole realizzare è un ecodistretto, dove l’ambiente sia tutelato anceh grazie a un corretto smaltimento dei rifiuti che costituiscono un prodotto “naturale” delle aree urbanizzate e destinate a spazi pubblici. Siamo chiamati a rispondere con coraggio a questa sfide e dobbiamo dare delle risposte praticabili e convincenti. Lo abbiamo fatto pensando allo smaltimento dei rifiuti come un processo normale del ciclo di vita urbano, che deve essere integrato con le altre attività. La tecnologia odierna fornisce impianti non invasivi in grado di dare un contributo anche alla crescita, allo sviluppo economico dell’area: l’impianto, infatti, produrrà anche energia e compost. C’è da sottolineare che siamo ancora in fase progettuale e di proposta, ogni scelta definitiva verrà fatta, infatti, con la massima trasparenza e con il coinvolgimento dei cittadini e degli attori del territorio. Lo ha sottolineato più volte lo stesso Presidente della società, Omero Ambrogi, che, nella sua carriera di magistrato, si spesso occupato di reati ambientali ed ha maturato una grande sensibilità ecologica e attenzione alle ragioni dei territori: non è persona da lasciarsi incantare dalle sirene di facili profitti o da investitori avventurosi, ma è convinto che senza una soluzione del problema dei rifiuti per Napoli non ci sarà futuro tout-court. Altro che turismo. Del resto, non si può dire di no indistintamente a tutte le soluzioni: noi abbiamo scelto quella più ecologica. L’impianto che proporremo ai cittadini, infatti, non produce residui e non interferisce con la vocazione turistica dell’area. Anzi: è la migliore risposta che possiamo dare per bloccare ogni ipotesi di inceneritori e offrire un’alternativa ecologica e produttiva.
Non crede che questo sia un azzardo che può scalfire il consenso di cui continua a godere De Magistris?
In realtà non c’è alcun azzardo. Ho cominciato a seguire quello che accadeva nell’amministrazione napoletana, nell’ottica di questo incarico, per capire come integrare il recupero di Bagnoli con il progetto di città di questa giunta. Ho verificato come il modello di democrazia partecipata e dal basso venga attuato in ogni settore: è questo che, garantendo innanzi tutto una approfondita corretta informazione sui problemi, permette la formazione di un consenso vero e consapevole sulle soluzioni proposte e sui risultati, prima che sulle persone. Del resto è una delle innovazioni amministrative di cui sono maggiormente convinta e mi auguro possa contaminare al più presto anche più alti livelli dell’amministrazione pubblica della vita politica. Ho avuto modo, inoltre, di constatare la graduale, tenace realizzazione di un modello amministrativo che finalmente premia i meriti, le capacità e non è vittima dei ricatti politici, degli accordi più o meno opachi o interessati. Credo che questo si poteva realizzarlo solo con un sindaco coraggioso e visionario come De Magistris, libero da condizionamenti, profondamente innovatore e forte di un consenso in continua crescita. Com’è ormai noto, secondo i sondaggi è oggi il Sindaco più amato d’Italia e questo non può essere il frutto del caso, ma si fonda sulla larga condivisione sociale del suo progetto. I napoletani, del resto, non si accontenterebbero certo di illusioni: hanno visto un miglioramento generale della condizione della città e anche molti degli scettici si stanno ricredendo. Un buon amministratore, del resto, deve mantenere sempre una visione lungimirante. L’onere di accollarsi delle scelte si accompagna con la responsabilità che esse comportano: fare in modo che siano le più giuste, coincide spesso, e soprattutto di questi tempi, con decisioni ‘eretiche’ e coraggiose. Il rischio è che possano apparire di primo acchito impopolari, ma il vero consenso, quello più duraturo, è quello che si costruisce nel lungo termine, quando diventano ne emergono i risultati e le ricadute positive sul territorio e la qualità della vita dei cittadini. Il premio sarà, a quel punto, non solo la soddisfazione di aver fatto bene il proprio dovere, ma anche di aver aperto una strada.
Uno dei limiti dei grandi progetti è la scarsità di risorse. Come pensa Bagnolifutura di poter finanziarie questi obiettivi faraonici?
Finora la società è stata finanziata con fondi pubblici, in buona parte comunitari, soprattutto per gli interventi di bonifica ambientale, ma ha accumulato anche ingenti passività. In questi primi mesi abbiamo lavorato a testa bassa per scongiurare l’ipotesi di fallimento e rimettere in corsa la società. In quest’ottica, abbiamo rilanciato la vendita dei suoli con procedure di evidenza pubblica più trasparenti e calibrate sulle esigenze degli attori locali, tanto per evitare cartelli e ipotesi speculative e invogliare i privati ad investire nell’area. Oltre a ciò è in progetto l’evoluzione della società da soggetto di mera trasformazione a promotore di sviluppo urbano, in modo da conferirli una mission più ampia e di maggiore impatto per lo sviluppo economico e sociale dell’intero territorio. A tal fine abbiamo in progetto il coinvolgimento di altri attori istituzionali nella compagine societaria. L’operazione sarà resa possibile anche grazie alla ricapitalizzazione in atto tramite il conferimento alla società di alcune delle opere realizzate, che saranno messe a frutto per la città e il raggiungimento della mission. Stiamo stringendo importanti rapporti anche con le istituzioni comunitarie ed elaboreremo specifici progetti innovativi, sia sul modello di gestione che in merito alla fruizione dei fondi strutturali 2013-2020. Il rilancio della società è testimoniato, del resto, dalla prevista consegna delle prime opere realizzate già per il mese di Giugno, grazie alle quali i cittadini avranno una prima immagine della nuova Bagnoli e potranno iniziare a viverla.
Si vuole quindi disegnare un futuro alla società e proiettarla al di là del suo limite geografico?
Stiamo lavorando per disegnare una strategia di sviluppo in stretta collaborazione con l'Unione Europea, che non può che essere proficua non solo dal punto di vista finanziario, ma per la contaminazione positiva fra metodi e modelli che rappresentano le “best-practices” del settore. Quello dell’innovazione, anche nel modello di azione amministrativa, è del resto un obiettivo prioritario: dobbiamo attrezzarci bene non solo per utilizzare in maniera efficace ed efficiente i fondi del programma in corso, ma soprattutto prepararci per la prossima tranche 2013/20 che, per il Mezzogiorno, sarà l'ultima.
I fondi pubblici sono certamente essenziali, ma senza un reale coinvolgimento dei privati è difficile completare un'opera mastodontica come quella della reinvenzione di un'intera area come quella di Bagnoli.
I privati per investire devono trovare la loro convenienza e poter valutare il rischio cui vanno incontro. Nessuno investe in una società che non abbia i conti a posto e rischi di fallire o che non abbia un piano di sviluppo chiaro. È per questo che, prima di ripensare alla nuova Bagnoli, abbiamo dovuto affrontare la sfida del risanamento economico e finanziario della società e ripensarne al mission. Nella conferenza stampa di mercoledì scorso abbiamo fatto il punto della situazione, presentando innanzi tutto il primo obiettivo, e poi illustrando quella che abbiamo chiamato la “Fase 2”, ovvero quella dello sviluppo. Messa in sicurezza la società, sarà la volta di pensare al rilancio. Stiamo già interloquendo con altri soggetti privati e istituzionali da coinvolgere come partner in specifici progetti. Non potevamo farlo in un momento di debolezza, pena lo svilimento del progetto, ora che abbiamo raggiunto una maggiore stabilità e definito un piano di sviluppo, che comprende la conclusione delle bonifiche, i privati troveranno le condizioni per investire: quando si crea lo spazio per tali opportunità e si prospettano partnership trasparenti, le proposte dei privati non si fanno attendere. Vero è che il momento non è dei migliori, le banche non sostengono gli investimenti e il mercato finanziario è molto instabile, ma una buona amministrazione, capace di accompagnare gli investimenti e garantirne la realizzazione con accordi chiari e affidabili, può sopperire alle incertezze di sistema di questo specifico momento storico. O almeno ha il dovere di provarci. I privati sono dei partner necessari nel progetti di Bagnoli e, viste le sue enormi potenzialità, confidiamo tutti nel fatto che il nuovo corso della società e le garanzie offerte invoglino sempre più soggetti a investire in questa grande: sfida restituire ai cittadini questo meraviglioso pezzo della città e del territorio flegreo. Noi non accetteremo mai logiche di pura speculazione. I napoletani lo hanno capito e ci sostengono.

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