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Mezzoeuro

Castrovillari, un comune sull'orlo di una crisi finanziaria

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XI num. 41 del 13/10/2012


Rende, 4/10/2012


La Corte dei Conti ha fatto pesanti rilievi sulla condizione del bilancio comunale. Si rischia il dissesto finanziario che provochebbe pesanti ripercussioni sulle tasche vuote dei cittadini. "Colpa della crisi e dei tagli ai trasferimenti", dice il sindaco Mimmo Lo Polito, che non rinuncia a qualche frecciata polemica nei confronti dell'amministrazione uscente.

Intervista al Sindaco di Castrovillari Mimmo Lo Polito

Qual'è stato il primo impatto con la nuova esperienza amministrativa? Ha assaporato la sensazione di ebbrezza che accompagna ogni nuova avventura?
La mia precedente esperienza amministrativa di assessore negli anni novanta e di consigliere di opposizione negli ultimi anni avevano dato la giusta consapevolezza di cosa vuol dire amministrare una città in un periodo difficile come quello attuale. Ho fatto la scelta di candidarmi a sindaco con entusiasmo che non si è affievolito con l’impatto traumatico dovuto con una bozza di decreto che voleva chiudere il nostro Tribunale né con le realtà drammatica dei debiti che la passata amministrazione ha lasciato in eredità alla Città.
Mimmo Lo PolitoHa vissuto la sensazione di uno speciale rapporto con la sua città nel periodo della "luna di miele"? Quali sono stati i provvedimenti immediati per dare una svolta all'attività amministrativa?
I cittadini si aspettavano tanto e subito dalla nostra amministrazione. Negli ultimi anni la nostra Città non è stata amministrata tanto che il centrodestra non è andato neppure al ballottaggio. I nostri provvedimenti immediati sono stati indirizzati propri ad adottare una serie di regolamenti per colmare quel deficit di partecipazione che si era creato e coinvolgere i cittadini nella gestione della Città.
Ogni cambio di governo, a qualsiasi livello, provoca una scia di recriminazioni sull'attività della precedente amministrazione. Una particolare attenzione viene posta sull'assetto finanziario. Qual'è lo stato di salute del suo comune?
Ho già anticipato con la prima risposta lo stato di salute delle nostre finanze. Più nello specifico siamo stati destinatari di recente di una deliberazione della Corte dei Conti che diffida il comune di Castrovillari a dare risposte con atti a ben 15 criticità derivanti dal bilancio consuntivo del 2010.
Si parla, ancora sottovoce ma in crescendo rossiniano, di un possibile dissesto finanziario. Quanta parte si può attribuire a una precedente gestione e quanto incide la politica governativa di restrizione dei trasferimenti?
Nella delibera della Corte dei Conti cui ho accennato c’è un chiaro riferimento alla possibilità che il comune possa andare in dissesto. Appare chiaro ed evidente che la politica dei tagli governativi abbia inciso sulle possibilità economiche degli enti locali. A ciò va aggiunta l’incapacità politica di chi chiamato a fare le scelte ha mantenuto invariato un livello di spese non più giustificato dalle entrate. L’incapacità politica ha determinato quelle invenzioni finanziarie che nel mentre sovrastimavano le entrate sottostimavano la spesa. La conseguenza è oggi una situazione finanziaria che vede residui attivi e passivi per valori intorno ai 40 milioni di euro.
La situazione di crisi impone un ripensamento del modo di governare il territorio. In che modo pensa di poter sopperire alla decurtazione delle risorse? Quali progetti ed iniziative ha in programma per superare questo momento?
Lotta agli sprechi; eliminazione delle consulenze: riduzione delle indennità degli amministratori; eliminazione dei fitti passivi; internalizzazione dei servizi; mettere a frutto i beni comunali; ricorso al volontariato; coinvolgimento dei cittadini nella gestione del verde e degli spazi pubblici; ritocco delle tariffe dei servizi a domanda individuale; redistribuzione del carico tributario sulle effettive capacità reddituali dei cittadini e dei proprietari.
I recenti casi di cronaca hanno aperto un dibattito sul sistema dei poteri locali. In un ipotetico gioco della torre, chi butterebbe giù tra comune, provincia e regione?
Il discorso è molto più complesso e riguarda il modo in cui detti enti vengono amministrati. E le recenti cronache ad un cittadino disattendo porterebbero a rilevare l’inutilità di tutti gli enti. Di certo, attraverso una diversa redistribuzione delle funzioni, si potrebbe favorire un miglioramento nell’erogazione dei servizi pubblici. Le funzioni generali e di programmazione alle regioni. Per molte altre funzioni l’ente comune consente di dare risposte immediate ai cittadini riducendo le distanze anche geografiche. Le provincie sono quelle più difficili da difendere in termini di gestione dei servizi collettivi.
Ritiene che bisogna attribuire nuovi poteri agli enti locali, o bisogna ripensare il sistema e ritornare a un nuovo centralismo? Cosa non ha funzionato nel decentramento politico-amministrativo?
Per quanto detto precedentemente l’ente comune consente di essere più vicino ai cittadini e di intervenire con tempestività. Vanno, in tal senso, incrementate le funzioni di questo ente locale. Nel decentramento politico-amministrativo non ha funzionato la politica che ha portato alla proliferazione di enti di sottogoverno che per dare risposte a richieste politiche hanno sottratto fondi ai srervizi.
In che modo si può ricostituire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni?
Con il buon esempio degli amministratori e con la reale sana a buona amministrazione per l’interesse generale. Quella attuale è una parvenza di amministrazione politica che risponde a mere logiche di autoconservazione degli amministratori.


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