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Mezzoeuro

Le parlamentarie non sono una panacea, ma un inizio di cambiamento

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XI num. 51 del 22/12/2012


Rende, 20/12/2012


Intervista a Roberto Castagna

L'estensione delle primarie alle candidature al Parlamento è apparso un atto di grande coraggio, da parte del segretario del PD. Ritiene un buon surrogato alla mancata riforma elettorale?

E' un atto di democrazia che, in parte,cerca di aggirare una legge elettorale che non permette agli elettori di scegliere, tuttavia uno strumento democratico circoscritto solo ad una parte di potenziali elettori e', comunque, limitativo e a difesa di una casta che e' dura a mollare. La vera democrazia sta nelle primarie aperte e libere.

Vi è qualche obiettivo limite. Questo continuo rimescolamento delle regole non appare il sistema più democratico, non le pare?

Difatti, lo ritengo limitativo.

Con la decisione di chiusura nei confronti di chi non ha partecipato al primo turno precendente si tenta un controllo rigido del voto per evitare troppe sorprese. Non le pare un arroccamento che potrebbe costare caro elettoralmente?

Le regole delle primarie adottato nella competizione a cinque, ma,in realtà, fra Bersani e Renzi, nonostante lo scontro impari, non hanno permesso a Renzi di vincere. Le regole delle primarie per le candidature al Parlamento sono tali per ridurre al minimo la presenza di candidati di Renzi. La cosa e' così ovvia che diventa superflua spiegarla nei particolari.

Vi sono centinaia di persone chiamate a scannarsi in una battaglia senza esclusione di colpi,e poi i fortunati cui è riservato un trattamento di favore. Non è una palese ingiustizia?

Non solo una palese ingiustizia quanto una chiara risposta di conservazione al cambiamento proposto da Renzi.

Nel clima di generale confusione che regna nel quadro politico, le primarie sono comunque uno spiraglio di luce, ritiene che questo sia sufficiente per evitare lo scivolamento verso il qualunquismo dell'antipolitica?

Di sicuro non rappresentano l'unica terapia per eliminare l'antipolitica tuttavia se le primarie fossero aperte e libere a tutti, sarebbe un grande e vero segnale di democrazia e uno strumento sicuramente efficace nella scelta dei candidati e un'allargamento della partecipazione che e' l'elemento vitale per la democrazia.

Non crede che sarebbe necessaria una separatezza tra la partecipazione politica e la rappresentanza nelle istituzioni? La contemporanea presenza di molti nelle istituzioni e nel partito impedisce una effettiva partecipazione di tutti alla vita politica, secondo il dettato costituzionale. Non crede che anche questo sia un enorme conflitto di interesse, o se vogliamo un comportamento inopportuno sulla base di un codice etico di comportamento.

La separatezza e' un elemento imprescindibile. Purtroppo e' completamente assente in tutte le formazioni politiche e rischia di essere una delle cause non solo di restringimento partecipativo quanto di conflitto di interesse.

C'è il rischio che la politica si risolva in una contrapposizione personale tra i vari protagonisti. Non sarebbe necessario concentrarsi sui grandi temi che richiedono un intervento immediato?

Questo e' un dramma tutto italiano. Prevale lo scontro personale per nascondere i contenuti dei programmi che spesso hanno risibili differenze.

Il dramma del Mezzogiorno è la disoccupazione, che ha assunto un carattere devastante soprattutto tra i giovani e le donne. Stiamo assistendo passivamente ad una nuova fuga, quali dovrebbero essere gli interventi necessari per invertire questa tendenza?

La questione del Mezzogiorno e', così come viene oramai riconosciuta da tutti, un problema nazionale. Se non si aiuta il Sud ad uscire da una condizione di sottosviluppo l'intero sistema paese va in tilt e, quindi, bisogna pretendere una forte politica di investimenti dal centro, necessariamente mirati sul versante delle infrastrutture materiali ed immateriali ed una fiscalità di vantaggio.

Il tutto accompagnato da una politica regionale che metta in campo un Progetto di sviluppo che individui gli assi su cui puntare e su cui dedicare le enormi risorse comunitarie.

Ritiene che il sindacato debba mantenere la sua autonomia dalla politica o è arrivato il momento di confrontarsi con i grandi temi della politica nazionale?

Da tempo sostengo, inascoltato, che il Sindacato, pur nella sua autonomia, debba far sentire di più il proprio peso all'interno della politica e magari essere anche capace di mettere in campo uomini e donne che garantiscano nelle istituzioni una rappresentanza forte del mondo del lavoro. E' comunque, un Sindacato che non condiziona la politica rischia di essere meno forte nella soluzione dei problemi che rappresenta.

Se dovesse dare una indicazione di voto, su quali candidati convergerebbe, o se preferisce indicare un metodo. Rottamare tutti, rottamare sempre?

Rottamare da il senso forte del cambiamento tuttavia ritengo che ci sia un grande bisogno di rinnovare la classe dirigente,particolarmente questa che non solo e' semi eterna quanto ha fallito nei confronti di almeno un paio di generazioni.

In che modo l'esperienza renziana può contribuire al rinnovamento della politica?

Il progetto renziano e' l'unico elemento di novità che si muove nel solco di una democrazia che aspira ad essere più adeguata e moderna, e, particolarmente per le zone più conservatrici del nostro paese, rappresenta lo strumento che può rompere vecchi schemi e vecchie oligarchie.

Ritiene giusto, che dopo il suo exploit, Matteo Renzi si chiuda nel suo bunker fiorentino?

Assolutamente no! Matteo Renzi ha il dovere di portare avanti il progetto che ha messo in campo. Non solo il PD ma credo il Paese ha bisogno di energie come quella di Matteo e, pertanto, auspico che, da qualunque postazione ritenga di dover agire, rimanga in campo a guidare quella rivoluzione democratica che ha inteso avviare.

Chi salverebbe dei rappresentanti calabresi in Parlamento?

Onestamente, se si dovesse fare un sondaggio sulla conoscenza dei deputati e dei senatori calabresi, credo sarebbe difficile ricordarne piu' di sei o sette. Ciò non vuol dire che non ci sia qualche bravo politico ma il giudizio complessivo e' così negativo che evito di fare una graduatoria.

Sui candidati alle primarie del PD, pur se ancora non si conoscono i concorrenti, data la blindatura romana e le regole vincolanti, spero di poter dire che forse qualcosa si muove.


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