OP

Mezzoeuro

L'UBI, la BCE e il Mezzogiorno

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XII num. 13 del30/3/2013


Rende, 28/2/2013


Attesa per l'Assemblea dei soci della Banca prevista a Bergamo il 20 aprile

Forte il ruolo della Unità Sindacale Falcri-Silcea guidata da Emilio Contrasto

L'Ubi Banca la Deutsche Bank e i forestali calabresi. Che rapporto c'è tra tra questioni così diverse e lontano tra di loro?

In primo luogo il fatto che i forestali rappresentano il lato reale dell'economia, la parte sana del sistema, il collegamento con il mondo reale. Per anni sono stati additati come dei parassiti, un ostacolo per lo sviluppo, uno spreco di risorse. Tutto quanto si può dire di negativo per un fenomeno economico è stato utilizzato per descrivere il fiume di danaro che lo Stato ha destinato al più inutile degli investimenti.

Se questo non può essere contestato, bisogna dire che la politica forestale adottata dal governo regionale ha una logica keynesiana ineccepibile poiché si tratta di una spesa propulsiva dello sviluppo, in grado di sostenere l'economia. Le critiche sono rivolte tutte all'attuazione di quel piano di investimento. A partire dal sistema di reclutamento del personale attuato con sistemi puramente clientelari, all'utilizzazione dei lavoratori che non hanno trovato una organizzazione efficiente per trasformare la loro azione parassitaria in un momento di crescita e di sviluppo dell'intera regione.

Immaginiamo cosa sarebbe successo se tutti i boschi calabresi fossero diventati dei paradisi, puliti, ordinati, con aree di sosta attrezzate, con itinerari guidati, piste ciclabili, parchi naturali arricchiti con fauna autoctona, con la pulitura “persino” delle cunette. Chi e cosa hanno impedito di predisporre dei programmi per utilizzare quei lavoratori in attività utili?

Non bisogna dimenticare che quei soldi sono entrati nel circuito dell'economia reale.

Cosa pensare allora di una notizia come il pericolo che anche la Deutsche Bank, la mitica banca universale tedesca sia a rischio per i contratti di derivati, speculazioni di borsa, jocarielli finanziari che rischiano di sconvolgere l'intera Europa?

Alle migliaia di forestali calabresi sono stati distribuiti quattro spiccioli, una elemosina al confronto delle retribuzioni milionarie degli pochi supermanager che si sono succhiati il nostro sangue, poiché la forza della loro economia è nella nostra debolezza. Se si confrontano i valori, i forestali hanno avuto gli spiccioli confrontati ai valori in gioco nella Deutsche Bank, che fanno impallidire anche il grande scandalo del Monte dei Paschi di Siena. Se quei danari fossero stati utilizzati per politiche di sostegno dell'economia reale, certamente non staremmo a piangere per il tunnel di crisi di cui non si vede più la fioca luce in lontananza.

Alla fine il disordine mediterraneo ha una logica molto più realistica della sofisticata economia finanziaria che per anni è stata venduta come la panacea di tutti i mali. Secondo le indiscrezioni filtrate vi è una concreta ipotesi che tra il 2007 e il 2010 la banca abbia fatto registrare perdite su derivati per un valore che si aggira sui 12 miliardi di dollari,

Anche la virtuosa Germania non è immune dagli scandali bancari. Secondo indiscrezioni riportate dalla stampa la Bundesbank, l’istituto centrale del Paese, e Bafin, l’autorità di controllo del settore finanziario, starebbero attualmente indagando su Deutsche Bank.

L’accusa nei confronti della più grande banca d’Europa sarebbe quella di aver nascosto nel periodo dal 2007 al 2010, in piena crisi economica, le perdite del suo portafoglio derivati per una valore fino a 12 miliardi di dollari, pari a circa 9 miliardi di euro. Una somma con la quale si potrebbero pagare i forestali calabresi per trent'anni e più. Non è meglio, allora, regalare soldi a migliaia di persone, piuttosto che consentire a quattro supermanager di giocare con la vita della gente?

L'interrogativo è di stretta attualità, poiché una delle ragioni della cocente sconfitta del centrosinistra in Italia è certamente l'infelice idea del pretendente premier di soffermarsi sul controllo delle transazioni finanziarie dei pensionati per arginare il fiume di evasione. In questo schema si dimentica troppo facilmente il ruolo svolto dal mercato finanziario, dai paradisi fiscali, dai movimenti speculativi. Possibile che nessuno abbia il coraggio di dire con chiarezza basta alla speculazione di borsa? Possibile che nessuno si sia accorto che entità come la Deutsche Bank o lo stesso Monpaschi agiscono al di fuori e al di sopra del controllo politico? Possibile che nessuno si sia accorto che stiamo morendo per l'eccesso di finanziarizzazione del sistema economico?

E' necessario ribadire che è molto meglio sprecare in soldi nell'economia reale piuttosto che in speculazioni di borsa. Per questo sono molto meglio e più “ecologici” i forestali calabresi dei derivati tedeschi!

Che effetto fa sui poveri e mortali (e quasi morti sotto il peso fiscale) elettori, sapere che tra i grandi trafficanti di denaro si trovano ministri di Hollande e collaboratori di Giulio Tremonti?

In questo periodo, com'è giusto, l'attenzione è concentrata sull'elezione del Presidente della Repubblica, che costituisce un tassello importante per indovinare il mosaico della nuova politica.

Nello stesso tempo, però, si sta svolgendo il rito delle assemblee annuali delle Banche. In assenza di una politica creditizia dei partiti, queste diventano un terreno di confronto sul futuro del sistema bancario. La politica ha perso la sua capacità di proposta, poiché è in tutt'altre faccende affaccendata, e questo ruolo non può essere assunto dai sindacati che si devono fare portatori di una istanza di innovazione e rinnovamento che non può limitarsi unicamente ai costi della politica. Il credito è uno degli anelli deboli del sistema in questo momento, perché troppo occupato a leccarsi le ferite di stagione di grandeur, di occupazione del mondo, di autonomia che si è tramutata in arbitrio. Le regole di Basilea presupponevano e presuppongono dei soggetti responsabili, poiché il controllo prudenziale affidato ai ratio di bilancio richiedono una rigorosa e corretta gestione, una autoregolazione che non ha funzionato affatto. Le grandi banche hanno tradito le aspettative dei mercati, e la buona fede dei risparmiatori, si sono trasformati in formidabili strumenti speculativi che hanno bruciato i risparmi di milioni di persone in attività che neanche gli stessi supermanager si sono dimostrati in grado di saper gestire.

Dovrebbe essere chiaro a tutti che l'equilibrio creato con l'abbandono del dirigismo statale sull'attività finanziaria non è in grado di governare l'economia ed occorre una grande riforma incentrata su pochi punti: la scissione dell'attività bancaria in creditizia e finanziaria e il ridimensionamento degli istituti in dimensioni accettabili e tali comunque da ritornare ad essere sottoposti all'autorità di controllo pubblico. In Europa questo significa portare tutte le grandi banche sotto la tutela della BCE, come già deciso. Il processo stenta a partire e ogni ritardo provoca sussulti sul mercato poiché il sistema appare ingovernabile.

Di particolare interesse per il Sud l'Assemblea dei Soci di UBI Banca, che si terrà a Bergamo il prossimo 20 aprile. Avendo perso qualsiasi soggetto bancario o finanziario, quanto accade nell'UBI assume una importanza fondamentale per il Mezzogiorno, per la sua massiccia presenza e il peso che ha negli aggregati creditizi.

Quest'anno l'Assemblea assume particolare rilevanza il rinnovo delle cariche sociali per il prossimo triennio e la definizione delle strategie e le politiche del Gruppo da attuarsi nei prossimi anni. IN tutte le sedi occorre porre l'accento su due aspetti importanti nell'attività bancaria, il ritorno alla centralità dell'economia reale e l'esigenza che il Sud abbia proprio protagonisti nel mercato bancario.

Limitandoci al caso UBI, come già avvenuto in passato Unità Sindacale, Falcri-Silcea anche quest'anno parteciperà all'Assemblea con una propria delegazione. Il suo massimo rappresentante all'interno dell'istituto è Emilio Contrasto.

“Vogliamo giocare un ruolo attivo nell'assemblea, dichiara, e a tal fine abbiamo organizzato un folto numero di colleghi che hanno acquisito quote del capitale per per rappresentare le istanze e le aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori. Vogliamo, altresì, che il territorio diventi nuovamente protagonista della gestione bancaria. Le criticità vanno affrontare e risolte con un piano organizzativo e commerciale che esalti le potenzialità presenti nelle singole realtà locali. Non possiamo più consentirci scorciatoie o espedienti di corto respiro”.

“I diversi piani industriali presentati dall'azienda nel corso degli ultimi anni si basavano unicamente sulla contrazione del costo del personale. Un sacrificio reso necessario dall'adozione di strumenti informatici che consentono uno straordinario aumento del numero di operazioni. Oggi abbiamo bisogno di valorizzare il grande patrimonio dell’Azienda rappresentato dalle Risorse Umane, poiché dobbiamo aiutare le aziende a risollevarsi da questa crisi infinita. Nell'azienda vi sono capacità e competenze che possono svolgere un ruolo essenziale in questa direzione.”, aggiunge Emilio Contrasto.

Senza un intervento delle banche, non è possibile immaginare alcuna ripresa dell'economia. Ma la politica bancaria è vincolate da una selva di norme che ne impediscono l'attività. Mai come in questo momento è evidente l'esigenza di intervenire legislativamente nel settore e il sindacata deve farsi carico di portare queste istanze in sede politica.

“I meccanismi di vigilanza si sono rivelati incapaci di affrontare un lungo periodo di crisi. Le restrizione del credito alle famiglie e alle imprese, ha provocato un drastico peggioramento dell'economia. Il credit crunch ha un effetto simile all'austerity imposta sui bilanci pubblici che si è abbattuta come un ciclone sul già debole sistema economico. Questo non ce lo possiamo più consentire. La nostra forza è l'energia presente nella società, negli industriali e nelle famiglie. Per uscire dalla crisi dobbiamo scommettere su noi stessi”, conclude Emilio Contrasto.


Articolo in pdf


Inizio pagina


C O P Y R I G H T

You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the ©opyright rules included at my home page, citing the author's name and that the text is taken from the site www.oresteparise.it.

Il copyright degli articoli è libero. Chiunque può riprodurli secondo le @ondizioni elencate nella home page, citando il nome dell'autore e mettendo in evidenza che che il testo riprodotto è tratto da http://www.oresteparise.it/.