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Mezzoeuro

Il governo in soccorso della mutua

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XII num. 19 dell'11/5/2013


Rende, 10/5/2013


Assemblea regionale approva il bilancio

Un altro bilancio solido per la società di mutuo soccorso Cesare Pozzo. L'Assemblea regionale quest'anno ha scelto il suggestivo scenario del protoconvento francescano di Castrovillari per fare il bilancio delle attività e presentare ai soci il resoconto di un anno difficile per la congiuntura sfavorevole. Ma una risposta alla crisi è proprio nella solidarietà.

Si è tenuta a Castrovillari, nel suggestivo scenario del protoconvento francescano, l'assemblea regionale della Cesare, alla quale hanno partecipato soci provenienti da tutta la regione.

Ci lasciamo alle spalle un momento difficile, un anno da dimenticare per il peggioramento di tutti gli indicatori economici che non danno ancora segnali di un cambiamento di rotta.

Qual'è lo stato di salute della Cesare Pozzo, la più importante società di mutuo soccorso nazionale? Tra luci e ombre, si potrebbe dire. Un deciso aumento del numero degli associati, a livello nazionale, frutto di un importante accordo intervenuto con le Ferrovie Italiane, Un aumento a due cifre, un evento importante perché la società si avvia ad avere un ruolo di prima piano nel lucroso e importante settore della previdenza integrativa, ma certamente non facilmente replicabile. Uno shock per il tranquillo trend della società abituato al ritmo dello scalatore che gli ha consentito negli anni una crescita tranquilla e costante fino a portarla al primo posto nella classifica nazionale, piuttosto che alla velocità del gatto delle nevi, col il senso di vertigine che si porta dietro.

La situazione regionale non ha risentito di questo effetto e ha mostrato un andamento riflessivo con un leggero arretramento nel numero degli associati, ma una tenuta dei conti assicurata dalla gestione prudente in linea con la tradizione che ha consentito un accumulo patrimoniale in grado di assorbire qualche pausa nella crescita.

Molte sono le cause che possono essere invocate per spiegare il fenomeno. La crisi in primo luogo che ha costretto le famiglie a un atteggiamento prudenziale, che ha colpito persino gli investimenti solidali, la cui caratteristica è proprio quella di servire come ancora di salvataggio nei momenti di difficoltà. La solidarietà che dovrebbe essere percepita come uno scudo contro la crisi viene oggi percepita come una spesa da comprimere per trovare una difficile quadratura del bilancio familiare.

Dopo anni di indifferente silenzio, il Parlamento nazionale ha riscoperto la mutualità, la sua funzione di ammortizzatore delle tensioni sociali. A livello nazionale vi è una consapevolezza che l'arretramento dello stato nella politica del welfare può trovare una valida alternativa in una gestione di privatizzazione solidale, di mutualità tra soggetti accomunati da una sensibilità sociale e dalla convinzione che la somma di tante debolezze può costruire una fortezza per difendersi dalla difficoltà.

La conversione del decreto 179, intervenuta il 13 dicembre scorso, non è tanto importante per il contenuto specifico delle norme, attese invano da anni per aggiornare e completare la legge 3818, istitutiva delle mutue che risale al 1886. Una legge che ha resistito a tutti i tentativi di rottamazione, viene ancora oggi ritenuta valida a distanza di quasi centoventi anni, è la più chiara dimostrazione della validità di una idea. Ci sono voluti decenni di rinvii e ritardi non tanto per la complessità del provvedimento, ma per l'indifferenza del legislatore che non considerava urgente un intervento in un settore interessante ma datato, non più rispondente alle istanze di una società moderna.

Il testo non stravolge l'impianto originario, colma alcune lacune, fornisce delle risposte per gli adempimenti amministrativi necessari a consentire alle mutue di opera in condizione di certezza di diritto, e affrontare le nuove opportunità che le ripetute riforme pensionistiche e assistenziali hanno introdotto.

Per la mutualità si scoprono nuovi campi di intervento, come i servizi condominiali di assistenza infermieristica, gli acquisti comuni e solidali per le famiglie disagiate, l'istituzione di borse di studio per quartiere o gruppo di interesse e così via. Alla base vi è la riscoperta della solidarietà e della mutualità, due concetti simili, ma con una sostanziale differenza che nella solidarietà c'è chi da e chi riceve e le due figure sono separate, antitetiche. Nella mutualità le due figure si integrano, si compenetrano l'una nell'altra. Si da oggi per poter ricevere domani un aiuto in caso di necessità, ben lieti di non doverne avere bisogno. Questo comporta che la mutualità è autofinanziata dai soci e autogestita dagli stessi. La solidarietà ha bisogno di creare una rete di sostegno, di convincere le persone a rinunciare una parte del loro reddito in favore di persone più svantaggiate. Un gesto nobile, ma che trova un limite invalicabile nella necessità di basarsi sulla generosità.

Il sindaco di Castrovillari, nel suo intervento di saluto, ha mostrato grande interesse nei confronti di una società che affonda le sue radici nel grande movimento operaio della fine dell'Ottocento. Si è dichiarato disponibile a prodigarsi per una forte crescita della mutualità nel comune da lui amministrato. Nell'elogiare i valori che porta avanti la muta specie annuncia che si attiverà sin da subito per instaurare una convenzione per la ritenuta alla fonte della quota mutualistica dei dipendenti comunali che intendono aderire alla Cesare Pozzo.

Carmela Chiarelli, intervenuta a nome dell'associazione solidaristica da lei presieduta, accomunata alla mutua dalla comune attività solidaristica, preannunciando l'istituzione di borse di studio per i figli dei soci.

Giacomo Lucia, vice presidente nazionale ha illustrato il bilancio nazionale del sodalizio che, nonostante una fase di crisi acuta in atto in tutti i settori, riesce a mantenere una sicura solidità. La nuova frontiera è quella dei fondi sanitari, che costituiscono il business del futuro. La mutua deve inserirsi in questo settore, per poter difendere la propria posizione e aumentare l'efficacia dei propri interventi nel campo mutualistico e solidale. Per questo sono necessarie modifiche statutarie e organizzative, il rinnovamento nei quadri dirigenziali della società, con sappiano coniugare i principi e i valori della Cesare con l'efficienza e la professionalità richiesta.

Il presidente regionale Santo Russo espone i dati più salienti della situazione della mutua in Calabria e delle attività svolte.

La CESARE POZZO è stata fondata dai macchinisti e fuochisti delle ferrovie dall'Altitalia il 1° maggio 1877, con l’obiettivo ben preciso di aiutarsi reciprocamente in uno spirito solidaristico.

Cesare Pozzo era l’anima e la mente di quel movimento.

Oggi la CESARE Pozzo si pone l’obiettivo di trasmettere quei valori solidaristici e la validità del proprio progetto mutualistico attraverso la fidelizzazione ed il coinvolgimento dei soci, con un contatto continuo e costante.

È l’unica mutua a carattere nazionale, radicata in tutto il territorio con sedi proprie (almeno una per regione), con presidi e sportelli territoriali, con sportelli aziendali. In Calabria, oltre la sede regionale di Reggio Calabria, ci sono le sedi di Catanzaro e Cosenza e sportelli solidali che coprono il pur vasto territorio calabrese.

La Cesare Pozzo assiste oggi oltre 143.000 soci che con i loro famigliari oltrepassano le 400.000 persone. Il gruppo dirigente tutto (dal consigliere d’amministrazione ai collaboratori) ed i dipendenti della nostra società hanno costituito un gruppo fortemente motivato allo sviluppo della mutualità ed alla costruzione dal basso di tutele individuali sebbene si è in presenza di un esasperato individualismo reso ancora più acuito dai moderni mezzi di comunicazioni.

Coinvolgere tutti nel progetto mutua è sinonimo, oltre che di democrazia, anche di partecipazione e di valorizzazione delle singole capacità. Nel corso dell'anno ha instaurato importanti rapporti di collaborazione con:

Legacoop, che rappresenta una grande opportunità per il recupero definitivo del ruolo e della funzione della mutualità italiana nell’ambito dell’economia sociale italiana ed europea;

Le organizzazioni sindacali per consolidare i rapporti anche in virtù dei rinnovi contrattuali ove si potrebbe prevedere fondi per la sanità integrativa;

con Harmonie mutuelles, un soggetto internazionale idoneo ad operare sul mercato italiano dei fondi sanitari con maggiore disponibilità economica e che ha visto la sua concretizzazione con la costituzione del fondo salute SCE.

Con UniSalute, la cui collaborazione ha permesso alla Cesare Pozzo di vedersi assegnato il Piano Integrativo per i Lavoratori del Gruppo Ferrovie dello Stato.

In Calabria la sua diffusione è concentrata nel settore dei trasporti che ha avuto una contrazione molto rilevante: F.d.C. sono passate da 3000 addetti a poco più di 900, mentre nel gruppo FIS della nostra regione per ogni 5 occupati agli inizi degli anni 90 ne è rimasto uno solo. Relativamente agli ultimi tre anni, il trasporto cargo in Calabria è scomparso come pure i treni a lunga percorrenza. Certamente bisogna lavorare tra i ferrovieri non soci per farli aderire alla nostra società, ma è necessario estendere la sua presenza anche in altri settori per recuperare il terreno perduto.

Numerosi sono stati gli interventi dei soci, che hanno animato la discussione e proposto importanti temi di discussione.

Vincenzo Angelastro lamenta lo scarso spirito di corpo che anima la compagine sociale, augurandosi che i pensionati non abbandonino la società all'atto del pensionamento, poiché è il momento in cui la mutualità acquista un validità particolare.

Carmine Bonadies, che ha svolto le funzioni di camerlengo, per aver ottimamente organizzato la riunione, ha messo in guardia sul cambiamento di strategia della mutua, che nell'accettare la sfida dei fondi rischia di trasformarsi in una società assicurativa snaturando il ruolo e le funzioni che gli sono state storicamente attribuite. Auspica un cambiamento anche nei quadri dirigenziali regionali con l’inserimento di volti nuovi.

Annibale Sabatini ha lanciato un grido di dolore per il ridimensionamento della mutua. Nel corso degli ultimi anni ha perso circa mille soci nella regione e vi sono ancora molte disfunzioni nella assistenza ai soci. Auspica un cambiamento della linea dichiarando che il vero mutualista è colui che versa i soldi di tasca propria e dedica il proprio tempo libero alla mutua.

Alfredo Fusaro, nella sua qualità membro del consiglio di amministrazione regionale, ha esortato tutti i soci a un maggiore impegno personale per poter far crescere la società e ricorda quanto l'impegno profuso dalla dirigenza regionale in tempo e risorse economiche per cercare di formare sempre più giovani mutualisti dimostrando con i fatti quanto il gruppo regionale crede nel ricambio generazionale della mutua.

Ha concluso il vice-presidente Lucia che ha sottolineato che per poter ripartire bisogna che vi sia un maggior coinvolgimento delle regioni attraverso la conferenza delle regioni è stato fortemente voluto da lui per migliorare la comunicazione e la partecipazione nelle scelte societarie. Per i grandi temi, invece, già da tempo era previsto in statuto la consulta delle regioni ovvero il coinvolgimento di tutti i consigli regionali. Per quanto riguarda la comunicazione bisogna utilizzare la macro-area ed il suo coordinatore.

Purtroppo, per ragioni diverse, la nostra macro-area ha tenuto poche riunioni, e, come dicevo al presidente regionale a Messina qualche tempo fa, occorre vedersi e confrontarsi più spesso. Tiene a precisare che le perdite di soci nel mondo dei trasporti sono inevitabili, in quanto è cambiato il mondo del lavoro in quel settore. In conclusione spera che si possa concretizzare a breve l’accordo con il comune di Castrovillari paventato dal sindaco, in quanto ritiene vitale per il futuro della mutua entrare i settori diversi da quelli tradizionali.


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