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Mezzoeuro

Vincenzo Divoto, un sindaco per fare squadra.

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XII num. 20 del 18/5/2013


Rende, 16/5/2013


Verso le elezioni amministrative a Dipignano

L'amministrazione di Guglielmo Guzzo si è sciolta anticipatamente per le dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali. Ora è il vice sindaco a sfidarlo, con altri due pretendenti, che sono Gianni Perri ed Antonella Piccolo.

Dipignano è uno dei comuni della provincia di Cosenza che il 26 e 27 prossimo si recherà alle urne per l'elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale. Il governo dell'ente è momentaneamente affidato a un commissario prefettizio, Demetrio Martino, a seguito delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali che ha posto anticipatamente fine alla esperienza amministrativa del sindaco Guglielmo Guzzo.

In questa tornata amministrativa vi sono quattro proposte alternative e in particolare il sindaco uscente si troverà di fronte il suo vice sindaco, l'ing. Vincenzo Divoto, stimato professionista quale ingegnere industriale che ha maturato una significativa esperienza tecnico-amministrativa per il suo impegno politico ed anche nell'associazionismo. È stato infatti, consigliere e tesoriere per lunghi anni dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Cosenza, e presidente della Sezione Impianti dell'Assindustria di Cosenza, che, nell'intervista rilasciata, ha chiarito i motivi del fallimento di quella esperienza amministrativa e le azioni che intende mettere in campo per un rilancio della gestione dell’Ente.

In questo momento di crisi proporsi alla guida di un comune è un azzardo.

La situazione politica versa in un grave stato di disagio. Credo che non sia tanto la crisi a costituire l'elemento peggiore, ma una caduta dei punti di riferimento, una mancanza di valori e di ideali. Ecco, il primo obiettivo di chiunque voglia misurarsi con la sfida politica è ricercare un sistema di valori che dia a tutte le categorie deboli una prospettiva, una speranza di futuro.

Non crede che sia un obiettivo troppo ambizioso per un candidato sindaco di un piccolo comune?

Non bisogna creare illusioni, ma speranza, come dicevo. Il sindaco è il primo interlocutore politico sul territorio, costituisce un riferimento e un modello e rappresenta una componente politica essenziale per mantenere l'equilibrio del sistema. Questo non vuol dire che non sono cosciente delle obiettive difficoltà di operare in una condizione di ristrettezza delle risorse, di un clima di sfiducia nelle istituzioni e nella possibilità di uscire dalla palude in cui sembra che siamo immersi.

Lei è stato vice sindaco di un amministrazione che si è dissolta, come concilia questo impegno con il fallimento dell'esperienza precedente?

Rivendico con forza quella esperienza che in una prima fase aveva prodotto eccellenti risultati per l'intensa attività amministrativa svolta, per far fronte alle diverse pratiche e questioni lasciate aperte dalla vecchia Giunta, ma anche per programmare la nuova attività. In questo contesto, ad esempio, è maturata la organizzazione di una selezione provinciale di Miss Italia 2009, che è stata poi ripetuta anche nel 2010. Sono stati predisposti progetti per partecipare ad alcuni bandi regionali (Centri di aggregazione sociale, Sistemazione ed ampliamento impianti sportivi, ecc.) a valere sui fondi POR 2007/2013. E’ stata anche organizzata nell’inverno 2009/2010 una stagione teatrale, che ha riscosso una discreta partecipazione di pubblico, e negli anni successivi si sono tenute manifestazioni socio-culturali con la partecipazione di cantastorie. Vi erano insomma tutte le premesse per poter proseguire un cammino proficuo di crescita politica ed amministrativa del comune.

Cosa ha provocato la caduta dell'amministrazione?

Volendo semplificare, si potrebbe dire che il difetto maggiore era la mancanza di vera amalgama, l'assenza di un autentico spirito di squadra. Il dr. Guglielmo Guzzo è un professionista apprezzato nel suo campo e persona onesta, ma con esperienza e capacità politica ed amministrativa carente, diciamo così. Pensi, che già all’inizio del 2010 sono iniziate le prime fibrillazioni in giunta, tanto che nel mese di febbraio/marzo 2010, l’Assessore G. Perri si dimette, dopo che il sindaco gli aveva revocato la delega al Bilancio, e con un altro consigliere di maggioranza costituisce un gruppo consiliare autonomo, in pratica una minoranza della maggioranza.

È stato sufficiente un ritiro di deleghe per provocare uno tsunami?

Un piccolo episodio a volte è segno di un malessere più profondo. I rapporti si sono incrinati per un dibattito politico diventato incandescente anche su problematiche che avrebbero dovuto consigliare una maggiore prudenza. La funzione istituzionale è molto delicata, richiede da parte di chi la occupa una dose di grande equilibrio e di conoscenza della macchina amministrativa, dei meccanismi di funzionamento, per intervenire in maniera corretta senza interferire con le scelte dei responsabili del procedimento. La situazione si è aggravata per un attentato subito dal capogruppo di minoranza, un episodio molto grave rimasto opera di ignoti, stigmatizzato e pubblicamente condannato anche con un Consiglio comunale ad hoc. Era comunque un segnale di grave deterioramento del clima politico.

Si è fatto qualche tentativo per ricomporre il quadro amministrativo?

Il sindaco ha cercato di rispondere con la rimodulazione della Giunta, e l’ingresso di un nuovo assessore, ma il contesto è rimasto caratterizzato da una forte contrapposizione dialettica ed istituzionale con il gruppo di minoranza. Il gruppo di minoranza uscito dalle elezioni si è praticamente sciolto, poiché a seguito di dimissioni e surroghe si era esaurita quasi tutta la lista, una presa di distanza che mostrava con chiarezza la difficoltà di gestione politica del comune.

Se la maggioranza fosse rimasta compatta si poteva comunque continuare l'esperienza amministrativa.

Quanto si stava verificando non riguardava solo l'opposizione, ma era anche la conseguenza di una assoluta mancanza di una precisa ed autorevole azione di coordinamento e leadership da parte del sindaco Guzzo, unico responsabile di quanto poi realmente accaduto. Infatti, anche nel gruppo di maggioranza, cominciano ad affiorare contrasti personali e politici tra i vari consiglieri. Io stesso sono stato costretto a dimettermi. Ancor prima avevo svolto “ad interim” anche l’incarico di Responsabile del Settore Amministrativo per circa due anni e mezzo (per posto vacante), portando a conclusione l’iter del concorso per il nuovo Dirigente, l’affidamento dell’incarico del PSC e la gara di appalto per la raccolta degli RSU, ad ottobre/2011.

Quali sono stati i motivi della sua decisione?

Volendo semplificare direi un inceppamento dei meccanismi dialettici e decisionali, una confusione dei ruoli, la assenza di preciso coordinamento politico ed amministrativo, la mancanza di una azione unitaria. Ho più volte segnalato al Sindaco ed ai componenti dell’Esecutivo le criticità e le difficoltà operative nell’azione amministrativa, sollecitando un impegno più sinergico e partecipato, al fine di portare avanti il programma elettorale, in quanto si capiva, si percepiva che la macchina non avanzava spedita, per come avrebbe dovuto e potuto. Per tutta risposta a settembre 2012 il Sindaco revoca le deleghe al vice sindaco ed a tutti gli altri assessori. In pratica un azzeramento della giunta, mantenendola comunque in carica! Un atto del tutto “inusuale” e direi singolare per le istituzioni. Non si rinnova, ma si “depotenzia” provocando la paralisi amministrativa. La situazione era completamente sfuggita di mano al sindaco, con la conseguenza di dimissioni a catena anche dei consiglieri di maggioranza. Dopo poco più di tre anni, il gruppo di maggioranza del sindaco Guzzo, forte di 11 Consiglieri, si è letteralmente sciolto, come neve al sole, tanto che su 14/15 Consiglieri ( compreso chi è subentrato), più della metà si è dimessa.

Ad ottobre del 2012 anche io sono stato costretto a dimettermi insieme all’assessore Veltri, in quanto l’azione amministrativa era confusa, paralizzata su diverse questioni, poco efficace ed attrezzata rispetto alle problematiche che si manifestavano all’orizzonte (raccolta rifiuti non funzionate, viabilità precaria, iter approvazione PSC, progetti/lavori, ecc.).

Ma il sindaco non ha tentato di ricomporre la maggioranza?

La sua risposta è stata quella di una rimodulazione della giunta nello scorcio finale del 2012 con l'ingresso di un assessore esterno. Ma ormai la situazione era assolutamente fuori controllo. Le difficoltà operative crescenti, anche dal punto di vista gestionale e finanziario, tanto che la nuova Giunta, peraltro incompleta, è apparsa subito inadeguata ed impotente. Ed infatti, dopo una serie di vicende rocambolesche e paradossali, e dopo averlo più volte annunciato “urbi et orbi” in Consiglio comunale ed alla stampa, il sindaco Guzzo si dimette il 18 gennaio del 2013. Allo scadere dei 20 giorni, al fotofinish, con un gesto improvviso quanto inaspettato, ritira le dimissioni. A questo punto, però sono gli stessi suoi consiglieri a chiamarsi fuori associandosi con la minoranza, e provocare lo scioglimento del consiglio comunale.

Quali insegnamento ha tratto da questa esperienza?

Voglio subito sottolineare che l'esperienza amministrativa è formativa, perché consente di entrare nei meccanismi burocratici e rendersi conto delle difficoltà di programmazione nel nostro paese e ti da la possibilità di confrontarti con i problemi reali della gente.

Da quanto sopra emergono tre considerazioni importanti sui motivi del fallimento dell'esperienza Guzzo: la mancanza di coesione e di univocità di intenti nel gruppo uscito vincitore dalle elezioni del 2009, perché troppo eterogeneo, la mancanza di una forte leadership ed autorevolezza da parte del Sindaco che non ha saputo tenere e coordinare il gruppo, evidenziando lacune e debolezze, che alla fine hanno provocato l’implosione, un clima spesso rissoso e fortemente contrapposto in Consiglio comunale, che non è stato guidato, da parte del Sindaco, con la dovuta autorevolezza istituzionale.

Come intende affrontare il prossimo impegno amministrativo, perché oggi gli elettori dovrebbero darvi credito?

Intanto è bene precisare che non siamo stati neanche sfiorati da episodi scandalosi che riempiono le cronache politiche dei giornali in tutta Italia. Il difetto fondamentale è stata nella squadra e nella mancata esperienza e competenza politica ed amministrativa. È proprio su tale aspetto che abbiamo posto il massimo sforzo per superare queste difficoltà proponendo una squadra che abbia un affiatamento umano, una professionalità corroborata dall'esperienza e una competenza amministrativa nel proprio settore. Noi non promettiamo miracoli, ma ci impegniamo a mettere la nostra esperienza professionale al servizio della collettività. Siamo perfettamente consapevoli delle difficoltà cui andremo incontro.

Vi sono tuttavia delle difficoltà finanziarie oggettive che non potranno che peggiorare per il futuro, considerato lo stato di crisi in cui ci troviamo.

Dobbiamo individuare le possibili fonti alternative per reperire risorse, supplire con una progettualità mirata ai tagli di bilancio. La finanza pubblica è diventata un sistema complesso che richiede specifiche competenze, l'improvvisazione oggi non paga. Proprio la caduta della giunta precedente è una chiara dimostrazione che l'improvvisazione porta a conseguenze disastrose per l'intera collettività.

I punti salienti del vostro programma?

Non è il momento di scrivere un libro dei sogni, ma bisogna concentrarsi su quello che è realmente possibile. Le nostre principali priorità, che abbiamo inserito, insieme ad altre, nel programma elettorale, studiato e pensato restando con i piedi e la mente su Dipignano, saranno la viabilità provinciale e comunale, lo sviluppo del territorio, con riqualificazione dell’esistente e la necessaria espansione, anche sotto l’aspetto della incentivazione di piccole/medie attività industriali/commerciali/artigianali ed agricole, la protezione delle fasce deboli, all’interno delle quali si collocano purtroppo fette crescenti di popolazione, il rilancio della cultura, per riportare in primo piano come possibile volano di sviluppo la questione del merito e delle competenze. Per ognuna di esse, stiamo facendo al nostro interno ma anche all’esterno, negli incontri elettorali e raccogliendo suggerimenti, un discorso serio ed articolato, che presuppone ulteriori elaborazioni e proposte concrete da realizzare immediatamente dopo l'insediamento, se gli elettori ci daranno fiducia. Più che un elenco di buoni propositi offriamo agli elettori lo spirito di “civil servant” nella nostra azione amministrativa, offriamo la nostra competenza e professionalità per una avventura che si preannuncia certo difficile, ma anche stimolante e ricca di nuove e positive esperienze che mettiamo al servizio della nostra Comunità per una reale crescita sociale, civile ed economica.


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