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Mezzoeuro

L'usura e il mercato

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XII num. 24 del 15/6/2013


Rende, 12/6/2013


Il sistema imprenditoriale è in affanno per l’assenza di stimoli ma soprattutto per la grave crisi tra le banche e la sua clientela

Vi è grande confusione sotto il cielo bancario, tanto che diventa difficile seguire una linea di condotta lineare. Il mercato del credito soffre oggi di una assenza di stimoli, almeno se guardato sotto la lente delle imprese. il cavallo non beve, come si diceva una volta, non tanto per mancanza di sete, ma per inedia.

Molte imprese non hanno neanche la voglia di mettersi ancora una volta in gioco. Sta accadendo un fenomeno paragonabile ai giovani. Il tasso di disoccupazione non riflette più adeguatamente il loro dramma, poiché molti rinunciano addirittura a cercare un lavoro, non risultano nelle statistiche di chi anela a una occupazione. E non perché stiano bene o si sentano soddisfatti del loro status. Semplicemente disperano che abbia ancora un senso accalcarsi in mille per un posto di spazzino comunale, o operatore ecologico per rispettare l'etichetta del politically correct. Guardano altrove, magari all'estero, e l'emigrazione ha assunto un ritmo davvero apocalittico tanto che tra qualche decennio l'Italia potrebbe diventare il melting pot d'Europa, dove si formerà la nuova nuova razza "abbronzata", come definita da un nostro ineffabile politico nelle sue esternazioni di puro cabaret.

Il problema del credito è nel "crunch", questa incomprensibile neologismo anglitano, che ha vari significati: sgranocchiare, scricchiolio o momento critico, crisi. Il vero dramma di famiglie ed imprese è proprio questo la crisi del rapporto tra le banche e la sua clientela. Dei due corni del rapporto bancario (raccolta e impieghi) ne è rimasto solo uno: le banche vogliono i soldi per utilizzarli a loro piacimento, in attività lucroso dove qualche colpo ben riuscito può salvare il bilancio senza doversi sforzare di trattare con i sindacati, al di là degli esuberi. Tra qualche anno la questione verrà definitivamente risolta con l'avvento delle banche senza personale sostituiti da efficienti robot che tra i tanti meriti hanno soprattutto quello di non scioperare mai.

Dal canto loro famiglie e imprese attraversano un momento di riflessione profonda. Un panificio ben accorsato ha denunciato un calo della vendita di pane tra il 30 e il 50%, non tanto perché si mangia meno pane, ma lo si consuma quasi per intero. La diminuzione non è tanto nel consumo, ma nello spreco. Questo non può che essere considerato un riflesso positivo della crisi, perché sarebbe auspicabile che tutti ci abituassimo ad un utilizzo più razionale dei beni.

Tuttavia, la teoria della decrescita non può ignorare l'urgenza della grande trasformazione necessaria per un radicale cambiamento del modello di sviluppo, che prediliga la qualità della vita e la razionalizzazione delle risorse. Il grande piano Marshall evocato da Marchionne è una necessità se si vuole evitare il pauperismo, il ritorno a uno stadio medioevale, dove una esigua classe di privilegiati vive sulle spalle di una umanità sofferente.

In questo il credito gioca un ruolo determinante, perché è un potente strumento di riallocazione delle risorse, e consente di concentrare le disponibilità sugli investimenti indispensabili a provocare questo rivolgimento economico.

C'è una sorta di congiura, che impedisce di affrontare razionalmente la questione del superamento di questo momento di stallo. Il finanziamento degli investimenti viene scambiato per indebitamento, la frapposizione di vincoli all'operato delle banche una vittoria dei consumatori.

L'obiettivo da perseguire è quello di riportare le banche sul terreno dell'economia reale, impedendogli per via legislativa di poter effettuare operazioni speculative. questo significa separare nettamente le banche d'affari dagli istituti di intermediazione finanziaria, o banche di credito ordinario che dir si voglia.

Queste devono poter operare e restare sul mercato ricercando nell'intermediazione finanziaria le occasioni di profitto. Tradotto in termini banali questo significa che la determinazione per legge di un tasso soglia, al di là del quale il comportamento delle banche viene classificato come usuraio è semplicemente assurda.

Questo perché il comportamento prudente delle banche si traduce ipso facto in un restringimento del credito, con la conseguenza del proliferare degli operatori commerciali in attività come la "compravendita di oro, incenso e mirra", che si vedono ad ogni angolo di strada. Non sono altro che un camuffamento dell'attività usuraria legalizzata.

Pagare mezzo punto in più ad una banca molto spesso significa evitare di pignorarsi la fede matrimoniale, o vendersi gli orecchini della prima comunione. La legislazione in materia è frutto di un grande equivoco, poiché ha provocato una situazione analoga alla legge Merlin sulla chiusura delle "case chiuse" (!), con un aumento della prostituzione e dello sfruttamento ad esso connaturato.

Una ennesima sentenza della Corte di Cassazione è intervenuta recentemente a chiarire in che termini si debba calcolare il tasso di interesse da confrontare con la soglia massima stabilita dalla legge. Non si deve far riferimento solo a quello che viene classificato sotto la voce interessi, ma bisogna includervi anche tutte le spesse aggiuntive che si sono sostenute per poter ottenere il prestito, interessi moratori, spese di assicurazione.

Questa è una decisione assurda, poiché qualifica come illegale una operazione sulla base dell'evoluzione successiva del rapporto, ponendo alle banche un vincolo stringente, poiché si vedono costrette a operare o in condizioni estremamente favorevoli, quando i tassi di mercato sono talmente bassi da consentire di affrontare il rischio di vedersi condannate per superamento della soglia, oppure rinunciare agli interessi di mora. Di fatto queste condizioni non si verificheranno mai, poiché la soglia viene adeguate alle condizioni di mercato.

"Una sentenza che assesta un colpo alla protervia del sistema bancario", dichiara Elio Lannutti dell'Adusbef, che la considera una grande vittoria per i consumatori. Ma a ben vedere potrebbe trasformarsi in una vittoria di Pirro, perché non fa che indurre le banche a un atteggiamento di maggiore cautela con una esasperazione del credit crunch.

Se ieri era difficile ottenere credito, domani diventerà drammatico, e le famiglie si vedranno costrette a vendersi anche la lingerie per poter affrontare le necessità straordinarie, mentre le imprese difficilmente troveranno banche disponibili a finanziare i loro programmi di investimento, poiché il tasso di interesse incorpora una componente di rischio, eliminata la quale si cade nel rifiuto.

Appare comprensibile che la Federconsumatori di Cosenza si mobiliti per costringere le banche ad" inserire nei contratti di mutuo clausole che “permettono” di superare il tasso di usura, grazie al cumulo del tasso di interesse sul mutuo e del tasso di mora", poiché se la legge lo prevede, è giusto che essa venga applicata, poiché viviamo pur sempre in uno stato di diritto, anche se il diritto sembra essere in uno stato confusionale ...

"In seguito alla sentenza, moltissimi cittadini si sono rivolti allo sportello della Federconsumatori di Cosenza, chiedendo delucidazioni sulla vicenda e assistenza tecnico-legale".

Quando sia stato superato il tasso di usura, la Federconsumatori di Cosenza intende assistere i risparmiatori a chiedere la nullità parziale dei contratti, ritenendo il contratto valido in sé, ma nulle le singole clausole “incriminate”, l’eliminazione di tale clausola dai contratti futuri; la restituzione delle somme pagate in più e relative al superamento dei tassi di usura per non "debenza" (horribile dictu!). Una posizione comprensibile per i singoli, ma che non affronta il problema politico del ruolo politico delle banche, che non possono continuare a essere sottoposte a vincoli da un lato e pressioni per allentare i cordoni della borsa.

Questo genere di decisioni giudiziarie su problematiche tecniche costituiscono un formidabile ostacolo al superamento della crisi. In questo momento abbiamo bisogno di flessibilità nei rapporti creditizi, e se si vuole incidere nel settore bisogna chiedere l'immediata chiusura dei negozi di vendita di oro, argento, mirra e di tutte le bische legali che vendono illusioni.


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