Autodeterminazione, "diritto sacrosanto"

Rosa Porzio Gesualdo (Gazzetta del Sud del 4 dicembre 2005)

San Marco Argentano - Cercano di riprendersi un po' di passato, ricostruendo - assieme alle nuove abitazioni di Cavallerizzo - anche i pezzi di quelle vite franate insieme al cuore del loro paese. Ogni sabato gli abitanti di Cavallerizzo, sfollati di un disastro annunciato, hanno un appuntamento fisso: quello con la riunione del Comitato cittadino. Negli incontri settimanali, la gente di Cavallerizzo, ha preso alcune decisioni: ad esempio, che saranno loro ad autodeterminarsi e che non permetteranno a nessuno di   mettere di fronte quella sciagura reale che li ha gettati fuori dalle loro case ad un disastro solo presunto.

Sul tavolo delle polemiche c'è stata finora la costruzione della nuova Cavallerizzo, decisa in contrada Pianette di Cerzeto: 15mila ettari con tutte le caratteristiche per la ricostruzione. Una scelta che aveva messo d'accordo la comunità di Cavallerizzo, ma che si era scontrata con il "no" dei proprietari terrieri di Pianette, che lamentavano i possibili danni derivanti all'economia agricola. Un sorta di "guerra tra poveri" che non va giù agli abitanti di Cavallerizzo. "Nessun se e nessun ma sulla ricostruzione - afferma il rappresentante del Comitato cittadino di Cavallerizzo, ingegnere Giuseppe Giunta. Vogliamo solo ricordare che l'area di occupazione del nuovo sito, unico idoneo, si estende per 15 ettari, non tutti coltivati, ed è improbabile che su questa estensione possano prosperare quarantasei aziende agricole o cinquanta famiglie".

Nove mesi sono passati da quella terribile alba - prosegue Giunta - fece 307 "vittime immediate (gli abitanti presenti nelle loro case quella mattina), 262 vittime differite (le persone che risiedevano a Cavallerizzo a quella data e che non erano presenti quella mattina) e un numero ancora non definito (ma di sicuro alcune centinaia) di vittime che possiedono beni immobili a Cavallerizzo. Con il progetto di ricostruzione si è deciso che occorre trasferire l'abitato e ricostruirlo in località Pianette, unico sito che possiede le caratteristiche di sicurezza, estensione e qualità richieste per il trasferimento dell'abitato". Una conclusione che è stata presentata ufficialmente alla giunta regionale ed approvata e condivisa all'unanimità."

"Nel frattempo - prosegue Giunta - gli abitanti di Cavallerizzo hanno dato vita ad un Comitato cittadino di Cavallerizzo che ha dato pieno sostegno alle decisioni assunte fino ad oggi dal Dipartimento della Protezione Civile". Il progetto del nuovo abitato sta nascendo con il consenso popolare: caso unico in Italia, nell'ufficio incaricato della progettazione è presente un rappresentante del Comitato che porta con sé la ricchezza di uno studio profondo sulla estensione, tipologia, architettura e cultura preesistenti a Cavallerizzo, svolto dalle professionalità presenti nel Comitato per meglio poter ricostruire tenendo conto di ciò che si è perso. Per esempio, la progettazione avverrà per "Gjitonie" così come era divisa la vecchia Cavallerizzo.

"Riteniamo utili - conclude il rappresentante del Comitato - tutti i contributi di scienziati e studiosi per poter meglio qualificare il progetto di ricostruzione, ma ci opporremo con tutte le nostre energie all'uso di questi argomenti come  pretesto per ostacolare o solo ritardare di un giorno il processo di ricostruzione che ì l'unica cosa che interessa le vittime".