Cerzeto. La testimonianza di Domenico Golemme, l'uomo che all'alba di lunedì ha fatto suonare le campane prima del disastro

Così li ho salvati dal disastro

Aperta un'inchiesta, l'ipotesi di reato: crollo colposo. La Protezione Civile: non si potrà più vivere a Cavallerizzo

di Antonio Siracusano (La Gazzetta del Sud del 9 marzo 2005)

COSENZA - I riti del giorno dopo. La liturgia della Protezione civile, le sfilate istituzionali con le loro nenie di circostanza. Solo la solidarietà si salva dalla processione del giorno dopo, richiamata dal dramma di 329 persone che in una notte hanno perso la costruzione di una vita. Si apre anche il fronte giudiziario. Il procuratore di Cosenza, Alfredo Serafini, ha aperto un'inchiesta, ipotizzando l'accusa di "crollo colposo". La tesi è semplice: i pericoli erano noti e chi doveva intervenire ha voltato le spalle. Già oggi potranno maturare i primi passaggi dell'indagine, con sequestri di documenti. 

Gli esperti hanno messo una pietra tombale su Cavallerizzo, la frazione di Cerzeto che una frana ha prima cancellato dalle mappe istituzionali e poi dalle cartine geografiche. La neve sembra caduta apposta per stendere il suo lenzuolo bianco su un paese morto. Non c'è nulla da salvare. 

Per avere udienza di Stato quel puntino incastonato nella Media valle del Crati, sopra una poderosa vena d'acqua, si è dovuto sciogliere sotto gli occhi terrorizzati dei suoi abitanti in fuga. Lunedì, alle prime luci dell'alba, molti hanno portato via la pelle dalle macerie grazie a un uomo. Eppure la frana da diversi giorni aveva aperto nel terreno moniti inequivocabili. Marciava a un centimetro al giorno, come testimonia Domenico Golemme. Lunedì non aveva cuore per rivivere quei minuti apocalittici. Il suo intuito ha evitato che la frana seppellisse anche molti suoi concittadini: "La gente mi ringrazia ma io ho sentito il dovere di avvertire tutti. Chi non l'avrebbe fatto?". Domenico aveva due case, una è rotolata a valle, l'altra si è piega ta: "Da circa un mese il terreno scivolava alla velocità di un centimetro al giorno - racconta Domenico che ha 60 anni e di mestiere fa il muratore - abitavo dove si sono registrati i primi cedimenti. Con il tecnico comunale misuravamo l'avanzata della frana. Si capiva che non c'era molto tempo prima del disastro.

 Lunedi alle 4 del mattino Domenico si alza dal letto. C'è quasi un presentimento che lo guida a controllare, appena fuori da casa sua, le crepe aperte dal movimento franoso: "Ho capito che dovevamo fuggire, mi sono messo a gridare come un pazzo, a bussare alle porte. Ho mandato mio nipote a suonare le campane della chiesa e siamo scappati mentre le prime case crollavano".

Anche ieri Amedeo Stamile, che dopo la morte del sindaco porta la fascia di primo cittadino di Cerzeto, ha amplificato la rabbia dei cittadini: "Solo ora si stanno interessando al nostro problema. I nostri appelli sono rimasti inascoltati. Adesso, invece, la situazione è cambiata". Ieri in testa al cordone istituzionale c'era il prefetto di Cosenza, Diego D' Amico: "Ho constatato l'urgente necessità, e in questo senso ho riferito nelle sedi competenti, di reperire o allestire ricoveri a più lungo termine in attesa di soluzioni definitive". Ma ieri il bisogno disperato delle 89 famiglie era quello di rientrare a casa per recuperare beni e ricordi. Accompagnati dai vigili del fuoco, un gruppetto di abitanti di Cavallerizzo è riuscito a raccogliere in fretta le cose più preziose. La pressione è forte, i carabinieri raccomandano prudenza e pazienza. La frana continua a trascinare il paese verso valle.

I riti del giorno dopo. Oggi a Cerzeto ci sarà Marcello Fiori, coordinatore del Dipartimento "Emergenze", inviato dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso: "Le case dove vivevano queste famiglie - spiega subito Fiori - non potranno più essere ripristinate". A \tirare in ballo Bertolaso era stato Franco Corbelli, consigliere provinciale del Movimento "Diritti civili". 

La giunta regionale, presieduta da Giuseppe Chiaravalloti, ha chiesto al Governo il riconoscimento dello stato di emergenza nell'intero territorio del comune di Cerzeto. La proposta è stata fatta dallo stesso Presidente e dagli assessori ai Lavori pubblici, Giovanni Grimaldi, e alla Protezione civile, Dionisio Gallo. È stato, altresì, richiesto anche l'intervento della Commissione "Grandi rischi". 

Predica "prevenzione" Agazio Loiero, candidato alla presidenza della Regione per conto del centrosinistra:  "La protezione civile va ripensata e rifondata. L'attuale giunta regionale ha trasferito le competenze alla Forestazione, secondo la bieca logica della spartizione del potere". 

Marco, otto anni, è un bambino di Cerzeto. Ha inviato una lettera a Ciampi, pregandolo di mettere una buona parola per ridare una speranza alle famiglie di Cavallerizzo. Quelle del del giorno dopo.


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