Un disastro annunciato si abbatte sul piccolo centro del cosentino. Istituita una unità di crisi

Frana in paese, in 300 senza casa

Cancellata dal crollo la frazione Cavallerizzo di Cerzeto

(Il Quotidiano dell'8 marzo 2005)

CERZETO - Un pallido sole illumina la contrada di Cavallerizzo, è quasi giorno, per tutta la notte la pioggia battente ed intensa ha picchiato sui tetti, ciò che a valle sembrava un normale temporale di stagione, con il tepore primaverile che si lascia attendere da un bel pezzo, sul colle di Cavallerizzo frazione di Cerzeto si consumava un drammatico evento annunciato e vissuto in diretta, il costone su cui poggiava l'abitato viene giù inesorabilmente, la strada provinciale che collega i comuni di Cerzeto e Mongrassano, in pochi secondi viene inghiottita da una voragine che si è aperta proprio in quel punto, per un chilometro di estensione. Ciò che nei giorni scorsi avevamo documentato, cioè i primi segnali di infiltrazione d'acqua, di spaccature sull'asfalto e in campagna, non lasciavano dormire tranquilli gli abitanti, i soli a vegliare sulla propria incolumità, difatti, a dare la sveglia suonando le campane della chiesa è stato Domenico Golemme, che tra le lacrime ha dovuto abbandonare la propria abitazione e avvisare la gente del posto che la situazione stava precipitando.

Mentre le case si stavano incurvando sin dalle fondamenta, la gente ha iniziato a sfollare, particolarmente difficile fare in fretta, con più di metà degli abitanti anziani e che tra l'incredulità e la paura, ma anche l'attaccamento alle cose personali, non sapeva decidersi se effettivamente scappare oppure restare con i propri affetti. Fatto sta, che la lungimiranza di persone che hanno preferito non dormire ha permesso lo sgombero dei propri cari, perché in paese si conoscono tutti e la maggior parte sono parenti, si sono allontanati in tempo dal luogo della sciagura.

Durante la mattinata, da Cerzeto tutti a guardare in direzione di Cavallerizzo, in qualche momento si è avvertito un rumore assordante, erano delle abitazioni che nel centro della frazione venivano giù inesorabilmente, il fumo che si sprigionava trasmetteva ulteriore drammaticità degli eventi. Sono accorsi sin dalle prime ore del mattino gli uomini della Protezione civile e i carabinieri, che si sono adoperati per sfollare tutta la gente rimasta, alloggiarla temporaneamente in locali comunali sia a Cerzeto che Mongrassano, vigilando su possibili sciacallaggi visto che la maggior parte degli abitanti , hanno lasciato tutto i loro averi in casa. 

Il palazzo municipale è diventato sede di unita di crisi, con gli impiegati comunali a censire gli abitanti sfollati e le famiglie di San Giacomo e Cerzeto pronte ad ospitare chi è rimasto senza casa, ma anche le strutture alberghiere presenti nella valle del Crati. In questo primo momento di grande caos generale, sono intervenuti tutti i politici locali in attesa delle istituzioni sovraoomunali, che nel prosieguo della giornata sono giunti sul posto. Alla riunione tecnica dopo aver istituito l'unità di crisi,  hanno partecipato: il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio; il vice-prefetto Vanello; il questore Marino; il capitano Cuccurullo dell'Arma dei Carabinieri di San Marco Argentano; il deputato Mimmo Pappaterra; il Vicepresidente della Provincia Salvatore Perugini; il responsabile della protezione civile regionale Rosario Calvano; il vice-comandante generale dei Vigili del fuoco Novello, che ha diretto la prima fase operativa dei soccorsi. 

Sul posto si sono recati durante la giornata di ieri funestata dalla frana, l'assessore provinciale Arturo Ricetti e il dirigente del settore Viabilità Francesco Basta; il consigliere provinciale Franco Corbelli; i sindaci di Rota Greca, Dino D'Elia; di Torano Castello, Antonio Iannace; di Mongrassano, Antonietta Formoso; assieme a questi primi cittadini della zona si è aggiunto il Vicesindaco di San Martino, Giulio Serra, che hanno offerto il loro contributo agli sfollati attesi dalla prima notte lontano dalle proprie abitazioni. Mario Oliverio, di fronte all'immagine di un paese che crolla ha parlato di "una vicenda drammatica che investe un intero comune, che cancella la vita della comunità". Oliverio ha preso contatti con il ministro degli interni Pisanu, e si recherà a Roma oggi per informare personalmente anche la protezione civile nazionale augurandosi "di avere risposte adeguate all'emergenza". 

Il presidente Oliverio si è messo in contatto anche con il vescovo della Diocesi di San Marco, mons. Crusco, per concertare un intervento comune a favore della comunità colpita. Anche il deputato Pappaterra, ha espresso non solo la propria solidarietà: "Abbiamo riscontrato una situazione drammatica, che ha bisogno di una risposta forte dal Governo, come ha fatto in altre circostanze analoghe deve farsi carico di un provvedimento nazionale. Occorrono risorse per dare risposte immediate a questa gente. C'è una parte di paese che non esiste più e deve essere ricostruita da tutt'altra parte. Mi batterò per un decreto straordinario per Cerzeto. Come è avvenuto per Sarno". Una fetta di storia sparisce letteralmente dalla geografia etnica arbereshe e calabrese, un dolore immenso difficilmente contenibile. Nel frattempo, la pioggia e in certi momenti il nevischio ci ricordano che l'inverno non è finito, nessuno lascia la propria postazione per guardare al di là assicurandosi cosa possa ancora succedere nell'inferno reale che si sta consumando, non ci sono curiosi, è tanta gente disperatamente attaccata alle proprie tradizioni, a tutto ciò che aveva, dopo aver impiegato una vita di duro sacrificio a costruire le basi per un futuro migliore. 

E Agazio Loiero, vicepresidente dei deputati della Margherita e candidato per l'Unione alla presidenza della Regione Calabria ha chiesto al Governo di intervenire subito "per evitare che la situazione si complichi ulteriormente".  "La notizia del grave smottamento di Cerzeto - aggiunge Loiero - è un colpo al cuore per tutti i calabresi. Sono mesi che sosteniamo come la Calabria vada maggiormente tutelata sotto il profilo idrogeologico e che non si può parlare di sviluppo senza proteggere da subito le aree interne più sofferenti. La circostanza che più amareggia è che lo smottamento arriva ad un anno esatto di distanza da una precedente frana che aveva colpito la Calabria". 

"Il governo centrale e quello regionale sapranno attivarsi con tempestività e dare le necessarie risposte alle centinaia di abitanti di Cerzeto, rimaste senza un tetto a causa della frana, perché la situazione é da stato di calamità e la popolazione, dunque, ha bisogno soprattutto di iniziative concrete" , ha detto il candidato della Cdl alla presidenza della Regione Calabria, Sergio Abramo. Appena appresa la notizia, Abramo ha contattato - riferisce una nota - l'assessore regionale alla Protezione Civile, Dionisio Gallo, con il quale ha fatto il punto sulle condizioni della popolazione e sui danni provocati dalla frana. 

"La Protezione Civile - ha detto Abramo - per la parte che le compete, è intervenuta con tempestività, ma è chiaro che occorrono interventi strutturali per rimettere in sicurezza e salvaguardare un territorio che non da oggi ma da anni segnala evidenti segni di dissesto. In questo momento le istituzioni devono concentrarsi sulle cose da fare subito, ma credo che dovrà arrivare anche il momento per fare una riflessione seria sulla situazione idrogeologica calabrese e sui rischi che corre il territorio regionale".  "Una base di partenza - ha concluso Abramo potrà essere il Piano di assetto idrogeologico regionale".

 Il candidato di Alternativa sociale alla presidenza della Regione, Fortunato Aloi, ha chiesto, in una dichiarazione "l'intervento delle autorità per risolvere la situazione della frazione Cavallerizzo di Cerzeto, dove la popolazione è stata costretta ad abbandonare le abitazioni a causa di una frana provocata dal maltempo". Aloi, in una dichiarazione fatta insieme a Roberto Bernaudo, capolista di Alternativa Sociale in provincia di Cosenza, parla di "situazione drammatica che non può lasciare indifferenti le autorità competenti e che deve essere al più presto risolta". 

"Le responsabilità di chi non ha previsto il determinarsi delle condizioni drammatiche della gente di Cerzeto - affermano Aloi e Bernaudo - non vanno sottaciute al fine di consentire che gli interventi delle autorità competenti siano efficaci ed efficienti". 

Ermanno Arcuri


Parla il geologo Vincenzo Rizzo del Consiglio Nazionale delle Ricerche

Si doveva intervenire prima con il drenaggio

Cosenza  -La frazione situata a nord di Cerzeto, facente parte del foglio n° 229 di Paola, tavola IV NE di  S. Marco Argentano della carta geologica d'Italia. La condizione geologica e geomorfologica di questa area è molto complessa tanto che negli elaborati del PAI, Piano di Assetto Idrogeologico elaborato dalla autorità di bacino regionale, la zona è individuata come R3, area a rischio idrogeologico. La situazione attuale : è davvero critica.

Il fronte frana è pari a cinquecento metri mentre il dislivello è di cinquanta. Per comprendere meglio quanto è accaduto abbiamo interpellato il geologo Vincenzo Rizzo del Cnr-Irpi di Rende che della zona è profondo conoscitore per averla studiata, e sulla quale ha pubblicato diversi lavori di ricerca.

- Dottore Rizzo, quale è innanzi tutto la formazione geologica di questa zona?

"Nell' area interessata dalla frana sono presenti due tipi di rocce; cristalline-metamorfiche, ovvero gneiss e filladi, del Paleozoico e sedimentarie, ovvero conglomerati, del Pliocene. Il contatto tra le due formazioni rocciose è tettonico dovuto alla presenza di una faglia". 

Che sarebbe? 

"Una frattura nel terreno accompagnata dallo scorrimento relativo delle due parti separate. Può essere .originata da forze tettoniche di compressione, di taglio o di distensione, Quella che su cui è situato l'abitato di Cavallerizzo è di quest'ultimo tipo". 

- La faglia che interessa la zona in frana è una delle più note della regione.

 "Ed è anche la più importante dal punto di vista geo-tettonico. È lunga diversi chilometri tanto che parte da S. Fili per arrivare fino a San Marco Argentano".

- La faglia è l'unica causa della frana? 

"A causa della frattura in loco esiste una forte infiltrazione di acqua cosicché il terreno è imbevuto. La situazione è aggravata, naturalmente, dall'attuale periodo molto piovoso. Detta infiltrazione ha creato la formazione di tante falde acquifere dislocate in vari punti, soprattutto laddove le rocce sono fratturate. Queste falde quando vanno in pressione tendono a sollevarsi di quota ed ad innescare scivolamenti del terreno di tipo a colata".

- Quali gli interventi che si dove vano approntare e che non sono stati effettuati? 

"Per evitare tale situazione il primo e più rilevante intervento che si doveva fare era quello di realizzare una serie di opere di drenaggio per evitare che la falda si sollevasse di così tanto al fine di tenerla a livelli più bassi. Mi sembra strano che ciò non sia stato fatto.Al momento la falda si è innalzata di cinque metri ed ha inevitabilmente innescato il movimento della grande mole di terreno. Vi sono poi altri interventi più complicati come la realizzazione di palificate che avrebbero permesso la sistemazione del versante in frana" . 

- È d'accordo sulla evacuazione o la ritiene una decisione eccessi va? 

"Vista l'evoluzione della frana l'evacuazione era necessaria. Io lo avevo consigliata già una decina di giorni fa quando mi accorsi che i movimenti della frana erano dell'ordine dei centimetri. Occorre dire, però, che altri effetti del fenomeno si vedranno tra qualche settimana visto che c'è ancora molta acqua in pressione che potrebbe mettere in moto altre masse di terreno. L'evacuazione permette di evitare un disastro".

Roberto Saporito


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